Fin da giovane Tebenghi iniziò a interessarsi agli orologi solari, grazie al sacrestano della parrocchia di Montiglio. Versato al disegno, lavorò prima allo studio di grafica Testa e quindi al Centro storico Fiat. A fine anni Sessanta riprese l’interesse per i quadranti solari, realizzandone nella sua lunga vita ben 528 (tutti accuratamente catalogati dal figlio Danilo), alcuni dei quali non più esistenti. La maggior parte sono nell’Astigiano e in provincia di Torino (soprattutto nel basso Canavese), ma l’artista montigliese ha realizzato sporadicamente opere anche in altre regioni (Lombardia, Toscana, Veneto, Liguria, Valle d’Aosta) e perfino una rosa dei venti in Francia. Tebenghi ha lavorato prevalentemente su edifici privati, mentre i tanti restauri che ha curato riguardano soprattutto orologi solari che si trovano su chiese ed edifici pubblici.
Il tipico orologio solare di Tebenghi indica l’ora vera del fuso e il mezzogiorno locale (a volte anche l’ora estiva), riporta la linea equinoziale, talora la curva dell’equazione del tempo in forma cartesiana, quasi sempre un motto (in latino, italiano o dialetto piemontese) e talora una fraseologia accessoria voluta dal committente. Una caratteristiche che consente di riconoscere la produzione più recente dell’artista montigliese è il sole rappresentato umanizzato con un faccione sorridente.