Dormitorio stracolmo e richieste di ospitalità pressoché quotidiane. L’esperienza diretta dei volontari del Centro di accoglienza gestito da Canelli Solidale Caritas parla chiaro
Dormitorio stracolmo e richieste di ospitalità pressoché quotidiane. L’esperienza diretta dei volontari del Centro di accoglienza gestito da Canelli Solidale Caritas parla chiaro: i flussi dei migranti provenienti dall’Est Europa con meta le colline di Langhe e Monferrato è ripartito, complice anche l’avvio dei lavori nelle vigne dopo la pausa invernale. Di richieste per un letto ne provenivano già nei mesi precedenti ma è soprattutto nelle ultime settimane che la frequenza si è fatta più assidua e così il dormitorio pubblico di piazza Gioberti martedì scorso ha riaperto i battenti, con i suoi 15 posti letto a disposizione, ovviamente già tutti assegnati.
«Le richieste sono ormai quotidiane – spiega Claudio Riccabone della Caritas di Canelli – a dimostrazione del fatto che il fenomeno non interessa solo il periodo della vendemmia, anche se è ovviamente a settembre che si acuisce. Cerchiamo di accogliere sempre quante più persone possibili ma purtroppo siamo costretti a mandare via molti stagionali». Quale possa essere la sistemazione alternativa per loro è facile da immaginare. Il Centro di accoglienza di Canelli è l’unico centro strutturato e organizzato in Valle Belbo e chi non riesce a trovarvi posto deve optare per l’affitto di una camera (sovente presso connazionali) o dormire in auto, sfuggendo per quanto possibile al controllo dei vigili urbani perché su suolo comunale vige ancora l’ordinanza che vieta il campeggio abusivo.
Come per la vendemmia, gli stagionali che arrivano a maggio sono per lo più bulgari e macedoni anche se da qualche tempo è in aumento anche il numero dei ragazzi nord africani. La maggior parte dei bulgari e macedoni che giungono a Canelli hanno già contatti presso cooperative, solo non sono organizzati per l’alloggio o guadagnano troppo poco per trovare una sistemazione nel regolare mercato degli affitti. «Parlando con alcuni di loro ci confermano che spesso sono costretti ad accettare lavori a 3,50 euro l’ora. I più fortunati a 5,50 euro» spiega Riccabone.
A differenza di coloro che fanno capolino a settembre e si trattengono per le tre settimane della raccolta, chi arriva già in primavera è perché in Bulgaria o Macedonia non ha lavoro. Alcuni di coloro che arrivano a settembre sono studenti in vacanza o dipendenti che hanno preso le ferie e vengono in Italia per i motivi più vari, come pagarsi l’università, la macchina nuova o il matrimonio della figlia. Chi arriva a maggio è perché nel paese d’origine non ha alcun reddito: alle volte si incontrano anche professori o normali padri di famiglia che hanno perso il lavoro e non sanno come tirare avanti.
Lucia Pignari