Nel pomeriggio di ieri, domenica, come tradizione da alcuni anni, è stato ricordato a Costigliole d’Asti il giovane partigiano garibaldino costigliolese Corrado Bianco, “Barbarossa”, ucciso in un agguato nel dicembre 1944 ad appena 24 anni e gettato in un pozzo in località Crevacuore di Calosso. Non si è tenuta quest’anno la consueta iniziativa della “passeggiata resistente”, a causa della pandemia, ma è stato allestito comunque un momento di ricordo. Una delegazione dell’associazione Costigliole Cultura e della sezione locale dell’ANPI, presieduta da Gino Risso, si è recata sulla sua tomba al cimitero di Costigliole per rendergli omaggio attraverso la deposizione di un mazzo di fiori.
«Dopo un momento di raccoglimento, abbiamo visitato la tomba di un altro partigiano costigliolese, Giacomo Borio, ucciso l’8 dicembre 1944, e di Cesare Cirio, deportato in un campo di prigionia in Germania come lavoratore forzato – racconta Filippo Romagnolo – Mentre a Calosso una famiglia con due bimbi ha deposto una corona nel luogo dove venne ucciso barbaramente Corrado Bianco». «Quest’anno il ricordo della morte di Corrado Bianco è stato più intimo e non in presenza – aggiunge Romagnolo – La “passeggiata resistente” non è stata allestita a causa della pandemia, ma abbiamo lanciato l’invito ad un momento di riflessione personale: conserviamo la memoria per noi e per le generazioni future». A Corrado Bianco è dedicato il viale di ingresso al paese di Costigliole. E la sua storia è stata riportata alla memoria da Gino Risso nel libro “Racconto di Gino e Luisin – Viale Bianco Corrado”.
Marta Martiner T.