A Montiglio a fronte delle bollette improvvisamente quadruplicate il primo a gettare la spugna per i costi non più sostenibili, tra affitto dei locali, personale e spese energetiche è stato il caffè Sant’Anna (foto in alto), nell’omonima frazione, da alcuni anni gestito da Elena Fasoglio di Moransengo; a fine settembre ha definitivamente chiuso, con il rammarico della affezionata clientela per apprezzava, oltre al servizio bar, la produzione di squisita pasticceria. L’esercizio si trovava in una posizione strategica, lungo la strada Asti-Casale, al bivio con Cocconato, e era punto di riferimento per automobilisti e camionisti di passaggio.
«Ogni volta che un’attività chiude – commenta il primo cittadino Dimitri Tasso – per un sindaco è sempre una ferita aperta e molte volte mi sono chiesto se non potevo fare di più per evitarlo. Questa volta ci si sente inermi. L’attività che sta chiudendo in una nostra frazione è rimasta schiantata dalle bollette dell’energia elettrica quadruplicate, un’altra è in dubbio. Se non si interviene con urgenza, chiuderemo le stalle quanto i buoi saranno già scappati».
A Cocconato la panetteria dei coniugi Marco (foto sotto) ed Elena Perotto ha deciso di sospendere la panificazione e da lunedì scorso è diventata solo più una rivendita. «Le spese per l’energia elettrica ci avrebbe costretti a lavorare in perdita: abbiamo chiesta alla proprietaria una riduzione del canone d’affitto, ma la risposta è stata negativa e così abbiamo dovuto adottare la sofferta decisione. Ho già trovato un lavoro come autista, mentre la moglie si occuperà del negozio. Il pane lo acquisteremo da un panificatore di Lauriano».
Sempre a Cocconato, la pizzeria Sotto-Sopra di piazza Cavour ha deciso dal 1^ ottobre di effettuare solo più il servizio da asporto dal venerdì alla domenica. Nel contempo ha messo in vendita l’attività.
Situazione preoccupante anche nelle case di riposo, dove non si possono ovviamente abbassare i termosifoni o spegnere le luci.
Alla RSA Erminio Serra di Cocconato la società Egea Commerciale, fornitrice di gas metano ed energia elettrica da molti anni, “senza neppure avere l’accortezza di darne comunicazione, ha disdetto unilateralmente i contratti, costringendoci a sottoscrivere nuovi contratti sul mercato libero a prezzi più che raddoppiati” fanno sapere dall’ente. Si stima che la spesa annua fra energia elettrica e metano passerà da 70 mila a oltre 150 mila euro. «Tali rincari – evidenzia il presidente Giuseppe Filippo Vai – inevitabilmente ci costringeranno al rialzo delle rette a carico delle famiglie degli ospiti. Finora abbiamo sempre posto molta attenzione ad applicare rette che tenessero conto delle possibilità economica della nostra utenza, in questo momento però ciò non è più possibile senza dissestare il bilancio dell’Ente».
Decisamente peggiore la situazione del soggiorno per anziani San Giuseppe di Castelnuovo Don Bosco che nei giorni scorsi ha inviato una missiva per segnalare la gravissima situazione economico-finanziaria alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, alla Regione, all’ASL To 5, al prefetto di Asti e al sindaco. «Purtroppo, la pandemia – sottolinea la presidente Silvia Serlenga – ha costretto a rivedere totalmente i programmi e, in aggiunta, da alcuni mesi la situazione si è ulteriormente aggravata per le note vicende collegate al vertiginoso aumento dei costi energetici. Due dati a questo proposito: nel primo semestre 2021 la casa ha speso per le forniture di energia elettrica 32.701 euro e per il gas 20.561; nel primo semestre 2022 le stesse utenze, con consumi in riduzione, grazie al costante controllo dell’utilizzo degli impianti, si sono attestate rispettivamente a 61.903 e 57.153 euro. Siamo davanti a un bivio: pagare le bollette di luce e gas o gli stipendi ai lavoratori e i servizi appaltati alla cooperativa? Tutto non siamo più in grado di sostenere e, a meno di interventi di sostegno, tutto non siamo più in grado di sostenere».