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Movicentro Asti degrado giugno
Attualità
Il caso

A un anno dalla chiusura il Movicentro è ancora un grande problema, ma c’è chi lo vorrebbe come nuovo “polo sociale”

Richiamo per spacciatori e alcolisti, chiuso per motivi di sicurezza, secondo alcuni consiglieri di minoranza potrebbe diventare uno spazio per i giovani

Da grande opportunità, il Movicentro di Asti è diventato un grande problema che, pur drenando soldi pubblici, non sta offrendo tutti quei servizi tipici di uno punto di snodo tra la mobilità urbana e quella extraurbana. Più che una cattedrale nel deserto, una cattedrale deserta, vandalizzata, ricettacolo di immondizia e degrado, richiamo per soggetti dediti, dicono quelli che denunciano le precarie condizioni dell’immobile, sia allo spaccio di stupefacenti sia al consumo di alcolici approfittando del fatto di poter accedere al piano terra dello stabile con una certa libertà.

Da oltre un anno il Movicentro ha chiuso i battenti per annunciati lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza, anche con l’installazione di telecamere di sorveglianza, ma in realtà, se qualcosa è stato fatto, in pochi se ne sono accorti dal momento che l’immobile, come denunciato da alcuni consiglieri di minoranza, «ha degli interni fatiscenti, ma comunque accessibili a chiunque, il bar chiuso e non c’è nessuna misura di sicurezza».

Le nuove telecamere non sono ancora state installate, ma dovrebbero esserlo prima che l’Asp definisca l’uso dei locali al piano superiore dove una volta c’era un ristorante. Infatti, senza che si trovi un nuovo gestore per quell’area, che possa anche essere un deterrente contro i malintenzionati, sarà quasi impossibile riaprire il Movicentro al pubblico. E più passerà il tempo, più la struttura invecchierà e avrà bisogno di nuovi interventi strutturali o negli impianti, come un pozzo senza fondo.

La chiusura del Movicentro ha creato disagi a coloro che ogni giorno attraversavano il ponte sospeso per raggiungere la stazione o il terminal delle corriere e che, dovendo oggi attraversare sulla strada, rallentano il traffico in uno dei punti più critici della città. Senza considerare gli intrepidi che decidono di passare in ordine sparso sulla rotonda di piazzale Marconi mettendo a rischio la loro stessa sicurezza e diventando un pericolo per gli automobilisti. Ecco perché la chiusura del Movicentro è un grosso problema, ma ad oggi non si hanno notizie certe né sugli interventi ancora da realizzare né quando tornerà a essere fruibile (a parte per gli addetti dell’Asp che ancora ci lavorano).

«Sono anni che avanziamo proposte per l’uso sociale del Movicentro – osservano i consiglieri comunali Malandrone, Briccarello, Bosia e Miroglio – Un esempio? Lo Zac di Ivrea, centro aggregativo di ragazzi che ha permesso la riqualificazione del Movicentro di Ivrea. Sappiamo che i Servizi Sociali sono alla ricerca di case di quartiere che permetterebbero loro di accedere a bandi e che manca uno spazio per giovani nella città. Il Movicentro sarebbe perfetto vista la sua collocazione strategica nei pressi dei mezzi di trasporto per gli studenti. Noi, come opposizione, proposte ne facciamo, ma di fatto assistiamo ormai a anni di degrado dovuto alla chiusura che ha solo peggiorato la situazione della stazione di Asti».

Da quanto si è potuto sapere, l’Asp starebbe trattando con un nuovo potenziale imprenditore interessato a riaprire il locale ristoro al piano superiore, ma di certo non tocca alla multiutility risolvere, una volta per tutte, le criticità sulla sicurezza impedendo che anche solo una parte della struttura possa continuare a essere un luogo di ritrovo per spacciatori o alcolisti.

«Fino a quando non si trova un imprenditore o un associazione che prenda in gestione i locali, le parti comuni rimangono chiuse – risponde l’assessore alla Sicurezza Luigi Giacomini – Ma si sta valutando di implementare con una telecamera di alta tecnologia la zona. Questa settimana, chiudendo le scuole, si ridurrà il traffico nelle ore di punta. Questo periodo ci consentirà di fare le opportune valutazioni».

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