Il 2 febbraio é la data ultima per modificare l'attuale orario ferroviario introdotto da Trenitalia in accordo con la Regione Piemonte lo scorso 15 dicembre. L'ultima data per fermare un
Il 2 febbraio é la data ultima per modificare l'attuale orario ferroviario introdotto da Trenitalia in accordo con la Regione Piemonte lo scorso 15 dicembre. L'ultima data per fermare un disastro prima annunciato, da Claudio Lano, portavoce del Comitato Pendolari Asti Torino, e poi perfettamente realizzatosi in barba alle rassicurazioni a suo tempo date dalla Regione. Ma, nonostante centinaia di mail e proteste di ogni genere arrivate ai giornali o direttamente sul tavolo dell'assessore Barbara Bonino, nulla sembra far presagire a un minimo cambiamento.
Il Comitato Pendolari ha scritto al Prefetto di Asti, al Commissario Provinciale e ai sindaci per rimarcare ancora una volta l'incombenza della data e richiamare tutti ad un ultimo sforzo in difesa del territorio e del servizio ai suoi cittadini, ma, tolta qualche dichiarazione pubblica e qualche delibera comunale per rimarcare la contrarietà al nuovo assetto del trasporto ferroviario, nessun altro segnale di rilievo é sinora giunto dalla Regione. In prima linea, ad opporsi al nuovo orario e alla penalizzazione dei pendolari, sin dai primi giorni, c'é stato anche Christian Giordano sindaco di Villanova, che nell'ultimo mese ha praticamente inondato ogni giorno l'assessorato regionale, i suoi funzionari, i consiglieri regionali astigiani e gli organi di informazione per ribadire la gravità della situazione venutasi a creare con lo smantellamento, perché di fatto di questo si tratta, di un servizio che pur con le sue pecche, comunque riusciva a rispondere alle esigenze di chi lavora, studia, vive, lungo la tratta ferroviaria Torino-Asti-Alessandria.
Ma lo stesso Giordano é ormai scettico: «E' davvero la sconfitta della politica – commenta amareggiato – io posso comprendere una scelta politica, benché non condividerla minimamente, ma non posso accettare il mancato coinvolgimento sin dall'inizio e non posso digerire il fatto di non aver l'opportunità di sentire a chiare lettere, da parte dell'assessore, che si sia deciso di sacrificare territori che sono a pochissimi chilometri dal centro di Torino. L'esempio che faccio è quello di Ronco Scrivia, comune di 4500 abitanti a 34 km da Genova, 8 in più rispetto a quanto dista Villanova da Torino e dove il numero dei treni da e per Genova è di 75 circa ogni giorno: il doppio rispetto ai nostri. Avere il coraggio delle proprie scelte significa confrontarsi e spiegarle e, se si sbaglia, saper tornare indietro: la politica è anche questo. Invece non sono bastate centinaia di segnalazioni, moltissimi articoli di giornali, telefonate da parte del sottoscritto e da parte della provincia e dei tecnici provinciali per ribadire le richieste di una riunione chiarificatrice con l'assessore regionale. Purtroppo devo confermare l'impressione avuta sin da metà dicembre:non c'è nessuna intenzione di parlare con le istituzioni».
Anche il consigliere regionale Angela Motta (PD), ha verificato di persona il servizio fra Asti e Torino, viaggiando a sorpresa con i pendolari, insieme allo stesso Giordano e al sindaco di Asti Brignolo, confermando poi la maggior parte dei disagi annunciati, mentre la sua collega villanovese, Rosanna Valle (Progett'Azione), ha presentato un'interrogazione all'assessore Barbara Bonino e alla giunta regionale sottolineando che nel periodo 2011/2013 la Regione ha anche ridotto del 10% il trasferimento di risorse alla Provincia di Asti per quanto riguarda il trasporto pubblico su gomma e denunciando la riduzione dei servizi ferroviari a fronte di considerevoli aumenti delle tariffe. Lo stesso assessore ha finito con l'ammettere che sarebbe da riaprire una trattativa con Trenitalia, accorgendosi, forse un pò in ritardo, che l'intero orario andava a scapito del servizio pendolari solo e quasi esclusivamente per favorire l'alta velocità.
Sarebbe bastato fare attenzione alle pubblicità e ai titoli dei giornali negli stessi giorni in cui l'orario regionale é stato modificato, per scoprire che proprio in quei giorni i Frecciarossa guadagnavano minuti accorciando le distanze fra Torino e Roma, Milano e Napoli e così via. Un punto a segno nella concorrenza delle ferrovie nei confronti del servizio aereo sui collegamenti nord-sud, ma a scapito del servizio pendolare locale e se questo é un pregio per chi gestisce ormai il servizio ferroviario dal punto di vista imprenditoriale, non può essere altrettanto per chi dovrebbe invece avere a cura il servizio ai cittadini: tutti e indistintamente. L'assessorato regionale riceverà i sindaci il prossimo 7 febbraio. «Ben oltre la data entro la quale era ancora possibile cambiare qalcosa», chiosa Giordano.
Franco Cravero