Cerca
Close this search box.
Sindaci contro le Poste«Faremo ricorso al Tar»
Attualità

Sindaci contro le Poste
«Faremo ricorso al Tar»

Scendono sul sentiero di guerra i Comuni piemontesi delle province di Asti, Alessandria e Cuneo, interessati dal provvedimento che stabilisce il recapito della corrispondenza a giorni alterni,

Scendono sul sentiero di guerra i Comuni piemontesi delle province di Asti, Alessandria e Cuneo, interessati dal provvedimento che stabilisce il recapito della corrispondenza a giorni alterni, annunciato da Poste Italiane con l’avallo di Agcom. E’ emerso all’incontro di martedì pomeriggio, in Provincia, aperto ai sindaci dei 90 territori coinvolti, tra cui sono 23 astigiani (Calliano, Moncalvo, Montiglio Monferrato, Montechiaro, Castello d’Annone, Rocchetta Tanaro, Cerro Tanaro, Montemagno, Castagnole Monferrato, Grazzano Badoglio, Casorzo, Penango, Grana, Viarigi, Tonco, Scurzolengo, Frinco, Robella, Cerreto, Piovà Massaia, Moransengo, Aramengo e Tonengo). Incontro cui sono stati rappresentati 65 centri dai primi cittadini (alcuni dei quali intervenuti a nome delle Unioni di Comuni) che, in merito al tanto discusso provvedimento, hanno deciso di fare ricorso al Tar Lazio contro Poste Italiane.

La posizione dell’Anci
Una battaglia che vede, al fianco dei Comuni, l’Anci Piemonte, da cui è stato indetto l’incontro. L’associazione, infatti, ha messo a disposizione i legali degli Studi Scaparone e Gendre e si accollerà il 50% delle spese. «Vogliamo affrontare il problema – ha dichiarato Andrea Ballarè, presidente Anci Piemonte – in modo determinato, opponendoci al provvedimento, che è stato preso senza preoccuparsi degli effetti sui cittadini né dei sindaci. Considerato, tra l’altro, che si parla, in fasi successive, di un potenziale coinvolgimento, da parte del provvedimento in questione, di ben 800 soggetti piemontesi e di 4.000 a livello italiano». A sua volta, Gianluca Forno, vice presidente e coordinatore regionale dei piccoli Comuni per l’Anci, ha riferito, in apertura dei lavori: «Poste Italiane ha fatto sapere, in una nota di lunedì, che è già partito il servizio postale a giorni alterni della corrispondenza per una prima fascia dei 90 Comuni coinvolti, mentre il rinvio del provvedimento a fine anno riguarda solo la consegna di giornali e riviste». Un punto, questo, su cui si era ingenerata una certa confusione lunedì, quando erano state diffuse notizie che parlavano anche del rinvio del provvedimento per quanto riguardava la corrispondenza.

La protesta dei sindaci
Forte la presa di posizione dei sindaci. In particolare, Dimitri Tasso, sindaco di Montiglio Monferrato e coordinatore nazionale Anci Unioni di Comuni, ha denunciato: «Ci troviamo in una costante posizione di impoverimento delle realtà, che già non hanno servizi. Così si azzerano interi territori. La consegna della posta è un servizio universale. Bisogna quindi rivedere i criteri con cui sono stati individuati i Comuni coinvolti dal provvedimento. Inoltre, se si classificano i territori sulla base di servizi universali ridotti si deve allora prevedere in quelle stesse aree una tassazione ridotta». Se da un lato, numerosi sindaci si sono uniti nella denuncia «del progressivo taglio dei servizi nei piccoli centri e nelle zone rurali», dall’altro alcuni di loro, tra cui il primo cittadino di Calliano, Paolo Belluardo, non hanno condiviso il passaggio «sulla tassazione ridotta», annotando: «I servizi fondamentali non vanno tagliati, dobbiamo avere gli stessi diritti di tutti gli altri, non devono esserci cioè paesi e cittadini di serie B».

I tempi del ricorso
Quindi, per consentire ai presenti di valutare al meglio la via da imboccare, gli avvocati Paolo Scaparone e Jacopo Gendre, consulenti dell’Anci, hanno spiegato gli elementi di illegittimità riscontrabili nel provvedimento, tra cui «l’assenza di confronto con i soggetti interessati e il fatto che non viene rispettato il principio di doverosità e continuità di un servizio universale come è appunto quello postale», per poi illustrare i mezzi e i tempi con i quali contrapporsi. Due le opzioni possibili: il ricorso al Tar Lazio entro il 19 ottobre, ovvero la strada prescelta, e quello straordinario al Capo dello Stato entro il 23 ottobre. Nel primo caso, si potrebbe arrivare ad una sentenza entro gli inizi del 2016. Intanto, i singoli Comuni dovranno deliberare l’opposizione al provvedimento e si procederà alla raccolta firme dei sindaci, da apporre al ricorso.

Manuela Zoccola

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Scopri inoltre:

Edizione digitale