L'accampamento dei vendemmiatori di Regione Dota non solo continua a dividere l'opinione della società civile ma spacca anche la politica. Tra chi vorrebbe dare una risposta moderata
L'accampamento dei vendemmiatori di Regione Dota non solo continua a dividere l'opinione della società civile ma spacca anche la politica. Tra chi vorrebbe dare una risposta moderata all'emergenza e chi, deciso a intraprendere la linea dura, vorrebbe scoraggiare il fenomeno. Gli arrivi di stagionali provenienti dall'Est Europa sono puntuali ogni fine agosto ormai da dieci anni. Ma se la maggior parte di questi (si contano 2000 arrivi con pullman organizzati dalle cooperative) trovano ospitalità da amici e parenti, resta una piccola percentuale che per i 20 giorni della vendemmia è costretta a improvvisare dormitori a cielo aperto e con ovvie problematiche di decoro.
L'amministrazione comunale, già dalla vendemmia 2013, aveva messo a disposizione dei vendemmiatori senza alloggio un piazzale, in regione industriale, dotato di docce e servizi igienici così da restituire ai cittadini quelle zone centrali della città prima sede dei bivacchi improvvisati, come piazza Unione Europea. L'idea non ha entusiasmato proprio tutti, tanto che rimane chi, ricalcando i titoli di certi quotidiani nazionali, continua a parlare di "vendemmia della vergogna". Tra questi, i gruppi di opposizione in consiglio comunale che giudicano non appropriata la linea intrapresa dal sindaco Marco Gabusi.
Il Movimento Cinque Stelle e il gruppo di Canelli Viva stanno preparando in questi giorni alcune interrogazioni per chiedere conto all'amministrazione dei provvedimenti intrapresi. «Siamo dell'idea che questa amministrazione non stia facendo nulla per dare una risposta dignitosa ai vendemmiatori di regione Dota – commenta Alessandro Negro (Canelli Viva) – Non si può pensare che ignorando il problema questo si risolva da solo. Oltretutto ne va dell'immagine della nostra città. Occorrerebbe istaurare forme di collaborazione con i comuni limitrofi e la Regione per trovare insieme una soluzione. Al momento Canelli è isolata». Gli fa eco il collega Alberto Barbero del M5S: «Come gruppo presenteremo a fine mese una proposta concreta, ispirata all'esempio dato da alcuni comuni del Trentino per la raccolta delle mele. In sostanza, creare un "Ufficio Vendemmia", gestito dal comune e tramite il quale assegnare un "marchio etico Città di Canelli" a quelle aziende virtuose che dimostrano di pagare un minimo salariale e i cui stagionali hanno dove alloggiare. Inoltre, sarà necessario istaurare un canale di comunicazione efficace con le autorità locali e straniere. Far passare il messaggio che chi non ha trovato un ingaggio tramite questo ufficio istituzionale, non lo troverà arrivando a Canelli e per lui sarà inutile partire».
Entrambi i consiglieri si dicono preoccupati per il clima di tensione e intolleranza che serpeggia in città nei confronti del campo di Regione Dota. I commenti al vetriolo comparsi su Facebook ne sono una dimostrazione. «Il problema c'è ed è reale -? chiosa Alessandro Negro ?- va risolto con gli adeguati strumenti per non esacerbare gli animi». Anche perché, a dispetto delle previsioni iniziali che davano il fenomeno in discreto calo, gli arrivi degli ultimi giorni dimostrano invece che il volume dei flussi si attesta secondo la media degli anni passati con 50/60 persone che transitano per il campo.