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«Astigiani, o pagate l'acquao restate senza»
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«Astigiani, o pagate l'acqua
o restate senza»

L’Asp può davvero arrivare a sospendere l’erogazione dell’acqua? «Nel regolamento è prevista questa possibilità solo dopo l’invio all’amministratore di numerosi solleciti. Ma è anche prevista la razionalizzazione della fornitura» spiega Giuseppe Giuliano, direttore dell’Autorità d’Ambito 5 “Astigiano Monferrato”

Nei pagamenti dell’acqua sono numerosi i condominii rimasti indietro con le spese e che sono entrati tra le fila dei debitori dell’Asp. Un fenomeno relativamente nuovo ad Asti, aumentato con la crisi, ma dietro al quale, oltre al mancato pagamento delle rate da parte degli inquilini, ci sono “cattive abitudini” diffuse anche nel resto del paese. Poco più di un anno fa gli stabili morosi verso l’Asp erano circa 500 per un debito complessivo che superava 1.300.000 euro. «Poi siamo riusciti ad incassare parte di questa cifra facendola scendere a 600.000 euro cui si aggiungono piani di rientro già concordati per circa 100.000 euro» ricorda il presidente dell’Asp Paolo Bagnadentro. La crisi economica ha colpito duramente anche Asti e molte famiglie non riescono a pagare in tempo (o non lo fanno per nulla) le spese condominiali mettendo a serio rischio la liquidità dei conti comuni. Gli amministratori non hanno abbastanza denaro in cassa per pagare tutti i fornitori e l’Asp, che eroga l’acqua potabile, è una delle prime aziende a subire ritardi nei pagamenti.

L’azienda è subito corsa ai ripari per capire la portata del problema e ha preso contatto con tutti gli amministratori della città facendo presente la necessità di rispettare le scadenze delle bollette. In alcuni casi la morosità dello stabile è diventata di pubblico dominio con l’affissione, nel palazzo, di un avviso nel quale l’Asp annuncia la sospensione del servizio di erogazione qualora il condominio non regolarizzi i pagamenti. Avvisi spediti con il doppio fine di sollecitare gli amministratori a versare il dovuto e, allo stesso tempo, di mettere in guardia gli inquilini sulla situazione che si è venuta a creare. La maggior parte di loro, infatti, non segue la gestione finanziaria demandando tutto all’amministratore e scoprendo solo a fine anno, con il consuntivo, lo stato dei conti ed eventuali insolvenze. «Il consiglio che diamo agli inquilini è nominare un paio di persone di fiducia dell’assemblea che abbiano accesso al conto corrente per vedere se i pagamenti vengono effettuati puntualmente – aggiunge il presidente dell’Asp – Se così non fosse queste persone potrebbero chiedere all’amministratore perché una bolletta non sia stata pagata, se ci siano inquilini morosi o comunque accertare il motivo per cui l’Asp è arrivata ad appendere l’avviso di sospensione della fornitura idrica».

Ma l’Asp può arrivare a sospendere l’erogazione dell’acqua? «Nel regolamento entrato in vigore nel gennaio 2006 è prevista questa possibilità solo dopo l’invio all’amministratore di numerosi solleciti ma è anche prevista la razionalizzazione della fornitura» spiega l’ing. Giuseppe Giuliano, direttore dell’Autorità d’Ambito 5 “Astigiano Monferrato”. Venerdì l’Asp ha chiesto all’ATO5 un parere formale sulla propria facoltà di interrompere l’erogazione dell’acqua ai condominii morosi (cosa che, ad esempio, non si può fare per ospedali o scuole) e l’ATO, per scrupolo chiederà a sua volta un ulteriore parere all’A.E.E.G. (Autorità per l’energia elettrica e il gas) sebbene l’interpretazione del regolamento vuole che si possa procedere con il distacco. Il mancato pagamento delle bollette dell’acqua a causa della crisi è un problema molto diffuso che non riguarda solo Asti. Qualche giorno fa Federutility (Federazione delle Imprese Energetiche e Idriche) ha pubblicato un dossier sulla morosità in ambito idrico evidenziando che il 4,3% delle utenze in Italia non paga l’acqua, per un totale di 860.000 famiglie. Un buco da 3,8 miliardi di euro l’anno che non interessa solo i condominii ma anche la pubblica amministrazione poiché l’8% dei Comuni risulta essere moroso.

«Per comprendere l’impatto di questi numeri sul comparto idrico, occorre tenere presente che i quasi 4 miliardi di crediti scaduti deriva per il 45% da utenti domestici, rilevando un dato patologico per la tenuta economico-finanziaria del sistema» commenta Claudio Cosentino, direttore dell’Area idrica di Federutility e coordinatore dello studio. Nell’energia elettrica il tasso di morosità si colloca invece all’1,2%, nonostante la spesa media per una famiglia italiana sia pari a 518 euro/anno contro i 231 euro/anno per i servizi idrici. Erroneamente per gli italiani l’acqua viene vista come un bene che si può anche non pagare mentre per luce vige ancora il timore di restare, da un giorno all’altro, al buio. Adesso, però, il rischio di restare all’asciutto è diventato altrettanto concreto.

Riccardo Santagati
@rickysantagati

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