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Acquedotti, accordo per ridurre del 19% i prelievi dalle falde

Dopo un ricorso al Tar a seguito di una decisione della Regione, è stato siglato in Provincia l’accordo tra i gestori e l’Ente di Governo Ambito 5 Astigiano Monferrato

Non sarà del 30%, come ipotizzato in un primo momento, ma del 19% la riduzione del prelievo dalle falde acquifere che regolamenterà l’attività dei concessionari e gestori del sistema idrico degli acquedotti dell’Ente di Governo Ambito 5 Astigiano Monferrato. Un accordo a cui si è giunti, non senza difficoltà e dopo una serie di confronti sui quali pendeva, tra gli altri, un ricorso al Tar contro un provvedimento della Regione. Un atto che aveva decretato la riduzione del 30% dei prelievi dalle falde acquifere puntando anche a una maggiore salvaguardia delle aree immediatamente confinanti con le falde.

Ma, in realtà, la decisione della Regione si è scontrata con una titolarità da parte della Provincia nella gestione del sistema idrico in quanto di sua competenza. Ne è nata una vicenda piuttosto complessa che, se non fosse stata risolta con un accordo, avrebbe anche potuto, alle estreme conseguenze, impedire all’Asp di rifornire l’acquedotto dalle falde di Cantarana e lasciare “a secco” gli astigiani. «Proprio sulla base di questo rischio, per quanto remoto, ma non impossibile, abbiamo effettuato i nostri ragionamenti per giungere una soluzione tenuto conto che l’Asp è titolare della concessione e l’acqua avrebbe dovuto esserci – spiega il consigliere comunale Renato Berzano, rappresentante dell’Area Territoriale Omogenea “C” nell’Ambito 5 – Al di là dell’Asp, è una questione che interessa anche gli altri concessionari del servizio idrico come l’Acquedotto della Piana e quello della Valtiglione. Il ricorso al Tar contro la decisione della Regione era stato presentato da tutti i gestori, ad eccezione dell’Acquedotto del Monferrato che ha le falde a Saluggia. La Regione aveva chiesto di rivedere le aree di salvaguardia per evitare che si danneggi la falda acquifera, ma bisognava anche considerare che il prelievo d’acqua è andato via via calando nel tempo e c’erano state criticità a Cantarana e Ferrere dove ci sono le principali fonti di approvvigionamento per l’Astigiano».

Asp, principale promotore del ricorso (ottobre 2023), ha contestato le limitazioni della Regione, aprendo di fatto il caso e invitando la Provincia a prendere posizione. «Si stava mettendo su un caos incredibile per una questione puramente teorica perché – aggiunge Berzano – la falda è effettivamente diminuita e il prelievo ipotizzato nella vecchia concessione era al di sopra delle reali capacità della falda di fornire acqua. Ma bisognava trovare un punto di incontro tra le esigenze di salvaguardare la falda e le aspettative dei gestori: l’acqua che può essere prelevata è di fatto diminuita».

Nei giorni scorsi tutti i soggetti coinvolti hanno firmato un accordo transattivo (i tre acquedotti che hanno presentato ricorso, la Provincia e l’Ambito): «Con quell’accordo è stata definita la questione – spiega Berzano – in vista degli atti necessari e della delibera conclusiva dell’Ambito 5». «Magari il cittadino non conosce in maniera approfondita questi temi, – conclude – ma per dare un ordine di grandezza di quanto varrà la gara al termine dell’attuale gestione ricordo che sarà bandita a livello europeo per 1.500.000.000 di euro, ovvero 50.000.000 di euro, il volume d’affari dei quattro gestori, per 30 anni».

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