Renato Bello nacque ad Isola d’Asti il 10 settembre 1923. Il papà, lottando contro le avversità della vita e con la dura fatica del lavoro, riuscì a trovare sistemazione in una cascina di frazione Repergo. «Abitavamo in una stalla, in compagnia di una mucca e di due pecore, dove si mangiava e si dormiva. Non c’era la stufa e neanche altro mobilio, se non dei giacigli per dormire. In quella stalla abbiamo trascorso parte della nostra vita». Così Bello racconta nel libro “La croce angelica”, scritto da Nevio Visconti raccogliendo i ricordi della sua vita. Una vita che lo portò, ancora bambino, prima al trasferimento a Chieri con la famiglia, poi a lavorare alla costruzione dello stabilimento della Fiat a Mirafiori, l’arruolamento nei carabinieri nel 1942 e gli incarichi ad Alessandria e poi a Castelnuovo Don Bosco e Montafia. Quindi l’ordine di partire per Rodi nell’Egeo. Fu proprio a Rodi che, falsificando i documenti d’identità, riuscì a salvare la vita del fratello e di tanti italiani nei giorni dopo l’8 settembre 1943. Subì poi la deportazione a Mauthausen, insieme ai colleghi carabinieri. Conobbe l’orrore del lager, ma riuscì a tornare. Trovò lavoro proprio in Fiat e la sua vita ricominciò. Tra i suoi ricordi, nel volume “La croce angelica”, anche l’incontro in Vaticano, nel 1960, con il Cardinale Angelo Sodano, nativo anch’egli di Isola: era quel bambino di nome Angelo con cui Renato giocava negli anni d’infanzia trascorsi ad Isola.
Renato Bello si è spento all’età di cento anni il 15 gennaio 2024 nel suo appartamento di via Boston, a Torino. In occasione del suo centesimo compleanno a festeggiarlo, nella sua casa torinese, erano giunti i carabinieri della Compagnia Mirafiori, accolti con grande gioia da Renato Bello. La sua scomparsa, lo scorso anno, era stata ricordata anche dal Comune di Isola. E nella giornata di ieri, domenica, la sua figura è stata ricordata ad Antignano in un incontro allestito dall’associazione “Insieme” in cui è stato presentato il libro “La croce angelica” di Nevio Visconti. “I condannati di Mauthausen ringraziano Renato Bello per aver loro dato l’opportunità di vivere ancora attraverso la sua voce; di vivere per sempre, attraverso le pagine di questo libro; di non aver vissuto inutilmente, ma con la soddisfazione e la certezza della missione compiuta e con l’orgoglio dei giusti, che rivendicano la dignità dell’essere umano. Il loro sacrificio non è stato vano, perché costituirà memoria e baluardo per un futuro che si muove scomposto, nell’incertezza del domani”.
(Nella foto la visita dei carabinieri della Compagnia Mirafiori di Torino a Renato Bello in occasione dei suoi 100 anni)