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Ad Asti c'è ancora troppo amianto
Attualità

Ad Asti c'è ancora troppo amianto

Per eliminare ogni situazione di rischio, è necessario rifare ex novo le mappature effettuate negli anni passati. Dalla Regione un Piano di bonifica con l'obiettivo di eliminare ogni situazione di rischio entro dieci anni.
L'ultimo censimento degli edifici risale al 2002, quando vennero controllate 235 scuole; in 52 di queste è stato trovato amianto, in dodici casi era friabile

In passato l’amianto era utilizzato soprattutto nell’edilizia, ma non solo, poiché economico, flessibile, virtualmente indistruttibile e molto resistente. Nel 1992 il Parlamento ha messo al bando l’estrazione, la commercializzazione e l’utilizzo dell’amianto, considerato dannoso per la salute poiché l’inalazione delle sue polveri favorisce l’insorgere di patologie come asbestosi, mesotelioma e forme tumorali caratterizzate da un lungo periodo di latenza e per le quali ogni anno, in Italia, si stima che muoiano 5000 persone. Ancora oggi sono molte, anche in provincia di Asti, le coperture in amianto di capannoni industriali e aziende.

Si trova questa fibra pure nelle abitazioni private nei tetti, nei piani piloty o nelle tubazioni. Spesso la presenza è minima e compatta, di per sé non pericolosa poiché soltanto la friabilità del materiale viene considerata dannosa per l’organismo. Tuttavia l’Osservatorio Nazionale sull’Amianto da anni si batte perché sia effettuata una mappatura precisa della presenza di questo agente inquinante sul territorio e una capillare opera di bonifica.

Sul tema la Regione Piemonte ha varato il “Piano 2010/2014 di protezione, decontaminazione, smaltimento e bonifica dell’ambiente ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto” con l’intento di completare il percorso di risanamento ambientale e aggiornare le misure di sorveglianza sanitaria da attuare nei confronti dei lavoratori ex-esposti ad amianto. L’obiettivo è di eliminare ogni situazione di rischio entro dieci anni. Per far ciò è necessario aggiornare o effettuare ex novo le mappature compiute negli anni passati relative ai siti interessati da attività di estrazione di rocce con presenza di amianto, alle imprese che hanno utilizzato amianto in passato e che svolgono attività di rimozione e smaltimento, alla presenza di amianto nelle scuole, negli edifici pubblici e privati e nei luoghi di lavoro.

Gli ultimi dati disponibili sono del 2001 quando erano 1391 le aziende piemontesi con esposizione ad amianto certa o probabile, con circa 5000 addetti coinvolti. Nel 2003 si istituì un gruppo di lavoro che realizzò il Censimento degli edifici nei quali era presente l’amianto, dando priorità alle scuole. L’operazione venne svolta dal Servizio di Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro dell’Asl. Il Piano regionale 2010/2014 prevede la realizzazione di un aggiornamento del Censimento che tenga conto delle bonifiche già effettuate.

Nell’Astigiano l’operazione controllò 235 scuole e in 52 (il 22% del totale) si trovò amianto anche se solo in 12 l’amianto era friabile. La Regione assegnò contributi ai Comuni e alle Province per gli interventi di bonifica che sono stati effettuati anche sul nostro territorio per tutelare la fascia più vulnerabile della popolazione. Per la maggior estensione del problema permane, invece, ancora incertezza sulla totale eliminazione dell’amianto da ospedali, case di cura e uffici comunali. All’epoca nell’Astigiano vennero censite 880 strutture e in 181 venne rilevato amianto ma solo nell’1,4% dei casi il materiale era friabile.

Bartolo Gabbio

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