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matteo cocco
Attualità

Ad Asti fa tappa Matteo, “lupo viaggiatore” che predica gentilezza

Un ragazzo di 25 anni che sta percorrendo l’Italia a piedi con il suo fedele cane. Ospite del seminario

Arriva a piedi da Lecco

Primo problema: definire la missione di Matteo Cocco, 25 anni, originario di Brivio, provincia di Lecco, in viaggio a piedi da 40 giorni accompagnato dalla sua fedelissima Mira, esemplare di lupo cecoslovacco.

Perchè lui non è un podista, non è un pellegrino, non è uno che abbia fatto voto di alcunchè, non è un avventuriero. Matteo è una sorta di “predicatore” in missione per un mondo migliore. Pratica il pensiero positivo e crede profondamente nell’energia di un bel gesto, di una gentilezza, di un sorriso, di un aiuto e «anche se l’energia non si vede a occhio nudo – dice – esist, è contagiosa e ogni volta migliora un po’ la società».

Viaggia con Mira, angelo custode travestito da cane

Pensieri profondi per un ragazzo che ha in tasca un diploma da elettricista e ha spesso lavorato nelle fattorie a contatto con la natura. Nella sua vita c’è stato anche un periodo buio di depressione superato anche grazie alla presenza della fedelissima Mira, che lo segue come un’ombra, lo protegge e vive per lui. «Mira è un angelo custode travestito da cane» ama dire Matteo e basta guardarli per capire che è una metafora che rende bene l’idea del loro rapporto esclusivo.

Altra risposta impossibile è quella su come ha deciso di mettersi in cammino senza meta lasciando tutto e tutti e vivendo totalmente alla giornata.

Matteo Cocco con Mira (foto Guru)

Amore sconfinato per l’umanità

«E’ stato un avvicinamento graduale a questo gesto – risponde – prima ho scoperto, lavorando come cameriere, di quanto mi piaccia stare a contatto con le persone e di quanto mi piaccia farle sentire a loro agio, regalare anche solo un sorriso e un momento di serenità. Poi ho scoperto che mi piace vivere vagabondando per le strade e i paesi grazie ad un amico con il quale, durante un’escursione, per un errore nella scelta della tenda, abbiamo dormito una notte su una panchina sotto il cielo. Per me è stata una rivelazione, non ho desiderato altro».

E così è stato visto che Matteo non ha tende dietro nè utensili per cucinare. Nello zaino solo qualche abito di ricambio, i documenti, il cibo per Mira e il caricabatteria.

Senza tenda e senza cibo dietro

«In questi 40 giorni è capitato di dormire qualche notte all’aperto, ma solo all’inizio. Poi è capitato quello che io sostengo: voglio bene alle persone che incontro e loro mi ricambiano dandomi ospitalità, cibo e qualche volta anche denaro per comprare il cibo a Mira. La vogliamo chiamare Provvidenza? Io la chiamo pensiero positivo ma la logica spirituale che li lega sono uguali».

Da qualche giorno Matteo è ospite nel seminario di Asti e ha già conosciuto molte persone che si riconoscono in questo suo viaggio senza meta. Con base il bar Alfieri che lo ha accolto per rifocillarlo, Matteo gira tutta la città con Mira e sono già in tanti a riconoscerlo per strada.

Mai andato a dormire affamato

Mai avuto problemi neppure con l’approvvigionamento di cibo. «Premetto che ho imparato a mangiare veramente poco e spesso, durante i trasferimenti a piedi, spilucco dagli alberi di frutta che trovo sul cammino – dice ancora Matteo – Ma è anche vero che ho sempre trovato persone disposte a condividere un piatto con me e ad aiutarmi a comprare il cibo per Mira. Dai panettieri che alla sera mi donano l’invenduto del giorno alle persone che mi portano direttamente da mangiare. Non sono mai andato a dormire affamato».

Incontrato solo persone buone

Una vita on the road comporta anche dei rischi e dei pericoli. «In 40 giorni non mi è mai successo nulla di brutto. Ho solo sempre incontrato persone buone e generose. E questo mi ha consentito di tranquillizzare la mia famiglia piuttosto preoccupata per questa mia scelta».

Quel bastone che torna sempre indietro

Da qualche tempo c’è un altro fedele compagno di Matteo e Mira: un bastone di sambuco che aiuta il ragazzo nelle camminate di chilometri. «L’avrò già perso una trentina di volte in giro per i paesi e le città che ho già toccato, ma in un modo o nell’altro mi è sempre stato restituito e mi è sempre tornato accanto. Anche questo è una cosa strana di questa mia avventura».

Ovunque Matteo si presenta con gentilezza, garbo, umiltà; parla con le persone, ascolta i loro problemi, accetta le loro amicizia e, se può, non fa mancare il proprio aiuto o contributo a risolvere piccoli problemi.

Il viaggio mi rende una persona migliore

Non sa quanto durerà il suo viaggio, non sa quanto rimarrà ad Asti, non sa quale sarà il paese successivo, non sa cosa farà alla fine di questa avventura. «Ma una cosa è sicura – dice – sono una persona diversa e migliore dal Matteo di prima e spero di “fare il pieno” di energie positive dalle tante belle persone che incontro ogni giorno sulla mia strada».

Se volete seguire il viaggio di Matteo Cocco lo potete fare sulla sua pagina Facebook Lupi Viaggiatori

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