Ornella Vanoni se n’è andata oggi, a 91 anni, lasciando un vuoto enorme nella musica italiana e nel cuore di chi l’ha amata per la voce vellutata, l’ironia mai scontata, la grazia con cui ha attraversato generazioni. Nata a Milano il 22 settembre 1934, è stata una delle maggiori interpreti della canzone leggera e d’autore: elegante, anticonformista, capace di rendere riconoscibile qualsiasi brano grazie a un timbro unico.
Tra i tanti luoghi che hanno incrociato la sua vita artistica c’è anche Asti, dove nel 2016 fu ospite del festival «Rosebud» al Teatro Alfieri. Una serata rimasta impressa nel ricordo di molti: sul palco, accanto a lei, c’era Massimo Cotto, direttore artistico e narratore, scomparso prematuramente nel 2024, con cui la Vanoni aveva un’intesa speciale fatta di ironia, eleganza e una rara profondità d’animo.
«Grazie Cotto, io ti sposo» ironizzò lei, in quel modo unico che riusciva a mescolare affetto, ironia e profondità. Fu un’ora di racconti che attraversò decenni: dagli esordi teatrali con Giorgio Strehler – «Avevo 21 anni, potevo non farmi trascinare dall’amore di un genio?» – alla scuola in Svizzera, dall’amore grande e difficile per Gino Paoli («Quanto ho pianto per quello lì!» ha ricordato la Vanoni) fino ai suoi classici senza tempo.
In quell’occasione incantò il pubblico con «Accendi una luna nel cielo», «Domani è un altro giorno», «La voglia e la pazzia», e con incursioni nel jazz, come «My funny Valentine». Sul palco c’erano anche le amiche Alba Parietti e Danila Satragno, mentre Cotto le strappò la promessa di un ritorno. Un momento magico che concluse l’edizione “al femminile” del festival.
Il legame con il territorio, però, non si esauriva ad Asti. A Quargnento, piccolo comune dell’Alessandrino, molti ricordano ancora la Vanoni degli anni Settanta, quando visse lì con Gino Paoli. Nonostante la notorietà, era una presenza semplice e affabile: la si poteva incontrare senza sorpresa negli esercizi che si affacciano sulla piazza, con quella naturalezza che apparteneva solo ai grandi.
Oggi, mentre l’Italia piange una delle sue voci più caratteristiche, il pensiero corre anche a Massimo Cotto, l’amico con cui condivise parole, sorrisi, confidenze e palcoscenici. Se ne sono andati entrambi nel giro di poco tempo, lasciando dietro di sé talento, bellezza e un modo di raccontarsi che resterà un esempio raro.
Ornella Vanoni non era solo una cantante: era un personaggio autentico, una donna capace di vivere l’arte come estensione naturale della propria vita. Con la sua voce e la sua storia continuerà a rimanere nei cuori di tutti.
[Foto AGO: Festival “Rosebud” 2016]