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“Adelmo e gli altri”: in mostra la memoria ritrovata dei confinati omosessuali del fascismo

Un’esposizione visitabile fino al 5 dicembre ricostruisce la persecuzione degli omosessuali durante il regime fascista

Alla Fondazione Goria è stata inaugurata “Adelmo e gli altri”, la mostra dedicata alla persecuzione e alle pratiche repressive contro gli omosessuali durante il fascismo. L’esposizione, visitabile gratuitamente fino al 5 dicembre su prenotazione, rappresenta la tappa conclusiva di un percorso formativo rivolto ai docenti delle scuole, dedicato all’approfondimento delle discriminazioni nei regimi totalitari del Novecento. I primi due incontri del ciclo erano stati tenuti dagli studiosi Alessio Ponzo e Luca Rollè dell’Università di Torino, che avevano affrontato le radici storiche e sociologiche del fenomeno.

La mostra, strutturata attraverso pannelli descrittivi, raccoglie le foto segnaletiche e le biografie di 31 uomini confinati in Basilicata per il “reato” di essere omosessuali. Trentuno volti, vite e identità che il regime classificò come “anormali”, sottoponendole a controllo, schedatura, emarginazione e persecuzione. Le storie ricostruite emergono dalle carte di polizia e dagli atti giudiziari, documenti che oggi diventano strumenti per comprendere la violenza delle politiche repressive e la loro capacità di cancellare individui e biografie.

L’esposizione è già stata presentata in numerose città italiane, tra cui Torino, Genova, Padova, Bergamo, Bologna e Firenze, portando in tutta Italia una riflessione necessaria su una pagina poco conosciuta della storia del fascismo. Il filo conduttore è chiaro: riportare alla luce un gruppo di vittime le cui vicende, a lungo ignorate, permettono di capire come si costruisce un “nemico” — politico, razziale, di genere — attraverso propaganda, sorveglianza, isolamento ed esclusione sociale, fino alla sua eliminazione dallo spazio pubblico.

L’iniziativa ha già raccolto un forte interesse da parte del mondo scolastico: molte classi hanno prenotato la visita guidata nei prossimi giorni grazie alla collaborazione dei docenti dell’Agedo e dell’Israt. Un segnale importante, che conferma come questo percorso di memoria e consapevolezza rappresenti oggi uno strumento educativo essenziale per affrontare le discriminazioni del passato e riconoscere quelle del presente.

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