Stretti in una morsa di afa dall'Anticiclone africano, gli astigiani da diversi giorni stanno soffrendo il caldo. Una temperatura che di giorno arriva sino ai 35/36 gradi (percepiti 38/40 per via dell'elevata umidità) e di notte raramente scende al di sotto dei 23/24 gradi, costringe molti concittadini a sonni difficili e a notti con le tapparelle aperte alla ricerca di un po' di refrigerio. Bisogna dire che gli astigiani hanno imparato la lezione di…
Stretti in una morsa di afa dall'Anticiclone africano, gli astigiani da diversi giorni stanno soffrendo il caldo. Una temperatura che di giorno arriva sino ai 35/36 gradi (percepiti 38/40 per via dell'elevata umidità) e di notte raramente scende al di sotto dei 23/24 gradi, costringe molti concittadini a sonni difficili e a notti con le tapparelle aperte alla ricerca di un po' di refrigerio.
Bisogna dire che gli astigiani hanno imparato la lezione di come ci si deve comportare quando il caldo arriva a queste vette e il pronto soccorso in questi giorni non si è intasato di pazienti con insolazioni, colpi di caldo o svenimenti da bassa pressione. Nelle ore più calde del giorno, bambini e anziani devono rimanere in casa, raccomandano i medici, ma questo è bene che a farlo siano un po' tutti. Bere molta acqua, mangiare frutta e verdura o comunque non alimenti pesanti e difficilmente digeribili. Una prescrizione che non presenta novità, ma che bisogna ripetere di quanto in quanto a vantaggio di coloro che avessero dimenticato le modalità del buon comportamento sotto il "solleone".
Ma di fronte ad una situazione climatica del genere a soffrire non sono solo le persone. Anche la campagna vive un momento di difficoltà, nonostante non si possa ancora parlare di emergenza. «Certo – dicono gli esperti della Coldiretti – se questa situazione climatica dovesse perdurare, allora qualche rischio per i raccolti ci potrebbe essere». Secondo quanto ci hanno riferito i tecnici attualmente a soffrire maggiormante il gran caldo è il mais, che comincia a dare segni di un vero e proprio stress idrico. Anche l'uva rischia di bruciare al sole, mentre le foraggere si stanno avvicinando alla soglia di pericolo e il prodotto rischia una riduzione. Gli agricoltori sono costretti ad una maggiore irrigazione e questo comporterà un aumento dei costri di produzione. Discorso inverso per la frutta che con questo caldo matura prima e la stagione risulta quindi avvantaggiata.
Altro problema quello degli animali, la cui produzione di latte con il gran caldo diminuisce di oltre il 10% sia per quanto concerne i bovini che i caprini della Langa. Inoltre, il gran caldo rallenta l'accrescimento degli animali da carne e questo comporta una serie di ritardi di cui gli allevatori devono sopportare il peso. Questi danni, dicono gli esperti, sono già evidenti oggi e si accresceranno ulteriormente qualora il caldo e l'afa dovessero ancora perdurare per un po' di tempo. Le previsioni, comunque, parlano ancora di gran caldo per i prossimi giorni.
Flavio Duretto