Dopo sette anni dalla prima presentazione, la pratica di "Agrivillage Asti" comincia a muovere cautamente i primi passi. Con una delibera di Giunta, l'amministrazione di Fabrizio
Dopo sette anni dalla prima presentazione, la pratica di "Agrivillage Asti" comincia a muovere cautamente i primi passi. Con una delibera di Giunta, l'amministrazione di Fabrizio Brignolo ha infatti deciso di «avviare la procedura di valutazione del progetto». In poche parole il Comune verificherà che "Agrivillage" presenti caratteristiche tali che consentano l'insediamento di questa nuova attività commerciale in località Val Rilate. Promotore dell'iniziativa è la società AIR S.r.l. con progettista Luca Bastagli Ferrari di Milano e che in questa parte della città intende realizzare un vero e proprio "villaggio" rurale capace di valorizzare la filiera dei prodotti locali.
Su una superficie di 180.000 mq, si propone di aprire 200 piccole botteghe con ristoranti, strutture ricettive, un centro congressi, uffici ed aule didattiche. Lo stile delle costruzioni richiamerà quello delle cascine piemontesi, costruendo dal nulla un paese vero e proprio che sarà vetrina delle eccellenze del territorio. Un progetto ambizioso, che per alcuni anni era rimasto in stallo, in attesa che dal Comune venisse presa in considerazione la domanda di attuazione. Considerata la posizione dell'attuale Giunta, poco incline a concedere ulteriori autorizzazioni all'insediamento di nuove grandi piattaforme commerciali, l'Agrivillage è stato al momento riconsiderato in presenza di un progetto che, almeno sulla carta, si presenta come «innovativo e potenzialmente attrattore di domanda esterna e di nuova occupazione».
Affinché la pratica ottenga il benestare dal Comune, i progettisti dovranno però assolvere alcuni punti. Innanzitutto, tra i primi punti che l'amministrazione intende appurare è che Agrivillage non si configuri come un centro commerciale "tradizionale" ma sia piuttosto espressione delle economie del territorio e dei suoi operatori, con negozi e locali sui 36 mq. Che, quindi, non entri pesantemente in conflitto con le piccole attività esistenti, già duramente colpite dalla crisi economica ma anche dai grandi centri commerciali nati in questi anni in provincia. Come si legge nella delibera, il progetto dovrà inoltre dimostrare di essere un'iniziativa «innovativa rispetto alle tradizionali proposte della grande distribuzione e quindi non basato sulla domanda interna ma risulti essere fonte di attrazione per una domanda esterna verso anche la città nel suo complesso».
L'Agrivillage dovrà quindi attirare pubblico anche da fuori provincia e riversarlo verso il capoluogo. Inoltre, «il progetto dovrà dimostrare di essere sostenibile da un punto di vista economico e quindi sostenuto da una rete di soggetti disposti ad investire nel rispetto delle prerogative progettuali richieste». Inoltre, il complesso dovrà essere «integrabile urbanisticamente e infrastrutturalmente rispetto al contesto territoriale di atterraggio, rispettandone caratteristiche ambientali, tipologiche e paesaggistiche e che nella sua attuazione sia prevista in lotti e che il primo di questi preveda la realizzazione di una superficie di vendita non superiore al 50% di quanto previsto in totale in modo tale che la realizzazione e la effettiva gestione del primo lotto sia concreta controprova della sostenibilità ambientale ed economica del progetto».
Avviate queste valutazioni, il proponente (ossia la ditta AIR S.r.l.) dovrà inoltre indicare un numero adeguato di soggetti disposti ad aderire con una propria attività commerciale all'interno del parco e farsi promotore di un tavolo di lavoro insieme all'amministrazione comunale, alle associazioni di categoria e ai cittadini favorevoli all'iniziativa. Infine, sempre al proponente sarà richiesta la sottoscrizione di un impegno volto al sostegno tecnico nella definizione della variante urbanistica e contestuale Valutazione Ambientale Strategica.
Lucia Pignari