Cerca
Close this search box.
Una delle prime visite del sindaco Rasero al campo rom
Attualità

Ai rom: «Avete troppi figli, fatene di meno»

Il sindaco Rasero e l’assessore Cotto hanno incontrato i rappresentanti dei rom per capire come risolvere alcuni dei principali problemi del campo di via Guerra

«Sono il sindaco di tutti e ad Asti non esiste una terra di nessuno, compreso il campo nomadi che fa parte della nostra città». Così il sindaco Rasero spiega il motivo che l’ha spinto ad una prima visita ufficiale in via Guerra nell’area abitata dai rom. Rasero, insieme all’assessore ai servizi sociali Mariangela Cotto e ad alcuni agenti della polizia municipale, è stato accolto da Zarif Beganovic, uno degli storici residenti. E’ stato lui ad accompagnare gli amministratori tra le roulotte e le abitazioni del campo che, ancora una volta, vede al suo ingresso cumuli di immondizia e rifiuti da cui, soprattutto di notte, fuoriescono ratti di notevoli dimensioni oltre ad essere un problema ambientale che ricade sulle tasche dei cittadini. Ripulire il campo rom dall’immondizia abbandonata è un intervento straordinario che l’Asp fa per conto del Comune, ma non a titolo gratuito.

Ancora montagne di rifiuti in giro

«Stiamo togliendo quelle montagne di rifiuti, ma abbiamo chiaramente detto loro che così non si può andare avanti e che devono rispettare le regole come tutti gli altri cittadini – racconta il sindaco – Ho anche domandato dei roghi, ma hanno risposto che non è colpa loro». I rom sostengono da tempo che i cumuli di rifiuti accatastati all’ingresso non sarebbero imputabili solo a loro, ma anche a ignoti che approfitterebbero dell’area per abbandonarli sapendo che la colpa verrebbe comunque data ai nomadi.

Anche i fuochi accesi nei pressi del campo rom sarebbero appiccati da altri, – così avrebbero raccontato al sindaco – ma è chiaro che il degrado sull’area è un problema di cui i servizi sociali devono tenere conto considerando i 126 minori presenti su un totale di 242 rom suddivisi in 40 nuclei familiari. Alcuni residenti hanno provato a chiedere informazioni per ottenere una casa popolare, ma sia il sindaco sia l’assessore Cotto sono stati molto risoluti: «Non è possibile darvi una casa a discapito delle graduatorie o in via eccezionale perché siete come tutti gli altri cittadini e, se volete, potete acquistarne una vostra o farvi un mutuo per togliervi dal campo».

E c’è chi ha 17 figli

Non è solo una questione di graduatoria, ma anche di numeri: quasi tutte le famiglie rom hanno molti figli e, durante l’incontro con il sindaco, c’è stato un capo famiglia che ha raccontato di averne addirittura diciassette. Un altro rom ha invece annunciato al sindaco di essere in trattativa per un terreno agricolo, a Baldichieri, dove potrebbe trasferirsi con la famiglia.

«I cambiamenti partono sempre dalle donne – ha detto l’assessore Cotto parlando con le mamme presenti – Voi siete contente che i vostri figli crescano in questo modo? No, non credo. Quindi, tra le altre cose, cercate di fare meno figli e mandateli a scuola».

Superare i campi entro il 2020

L’assessore Cotto porterà avanti il tema della “responsabilità genitoriale” anche il prossimo 25 novembre quando tornerà al campo rom con il primario del reparto di ginecologia del Cardinal Massaia Rino Barbero. Tra i punti toccati dal sindaco anche la questione del lavoro: «Cosa fanno per vivere? Come mantengono le loro famiglie? Questo ho chiesto ai rom, che mi hanno risposto di raccogliere il ferro. Sono comunque consapevoli che gli astigiani non li vedono di buon occhio. Credo che abbiano comunque gradito la nostra visita e la nostra attenzione, ma la chiusura del campo nomadi resta per noi l’obiettivo principale tenuto conto che l’Unione Europea ha dato il 2020 come termine per “superare” posti come questo».

Riccardo Santagati

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Scopri inoltre:

Edizione digitale