È stato un primo confronto con i giovani quello avvenuto, venerdì sera, tra i sette candidati a sindaco di Asti. Un dibattito che ha dato un’idea su quali siano le loro proposte in tema di ambiente, inquinamento, cultura e università. I sette candidati hanno risposto ad alcune domande presentate dai ragazzi della Pastorale Giovanile, insieme al Settore Giovani dell’Azione Cattolica e al Gruppo Scout Asti 1.
Maurizio Rasero, Paolo Crivelli, Salvatore Puglisi, Marco Demaria, Chiara Chirio, Maurizio Tomasini e Margherita Ruffino sono saliti sul palco del teatro della parrocchia Nostra Signora di Lourdes in un confronto moderato dalla giornalista Elena Fassio.
Ed è proprio in quel contesto che è scoppiata una querelle atipica, non tanto per i contenuti, quanto per la forma. A metà serata uno dei ragazzi del pubblico ha domandato ai candidati quali misure vorrebbero mettere in atto ad Asti per migliorare le condizioni per trovare lavoro, dopo il diploma, e affinché si possano mettere in pratica i propri studi universitari sul territorio. È stato quindi inevitabile parlare del polo universitario di Asti, delle sue peculiarità, ma anche delle criticità che lo riguardano. Il sindaco Rasero ha potuto rispondere per primo, ma poi ha dovuto lasciare il dibattito per altri impegni senza poter ascoltare gli interventi successivi, tra cui quello di Paolo Crivelli.
«L’università è essenziale per Asti – ha detto Rasero – Esiste perché la Fondazione CrAsti mette 1,2 milioni di euro all’anno. Io credo tantissimo nell’università, siamo stati la prima amministrazione che ha abbassato l’affitto dei locali di nostra proprietà usati da Astiss e abbiamo anche deciso di riconvertire uno degli edifici del campus per dare una palestra al corso di Scienze Motorie. Oggi l’università conta 1.700 studenti, il 70% arriva da fuori Asti ecco perché è nostra intenzione trasformare la Palazzina Comando dell’ex caserma in una “casa dello studente” per offrire agli studenti alloggi a prezzo calmierato. Invece al piano terra vorremo creare laboratori e altri servizi universitari».
Una descrizione dello stato dell’arte, quella fatta da Rasero, che Crivelli ha contestato dando fuoco alle polveri della querelle: «La nostra università è tra le ultime in Italia, dopo quella di Crotone (che però non esiste ndr), quindi non è vero che c’è tutta questa efficienza. Non voglio fare polemiche, perché non è da me, ma c’è bisogno di rifondarla. Abbiamo studenti che sono obbligati a studiare nei corridoi e anche nella biblioteca. Non ci sono tante possibilità per gli studenti di avere un luogo per ritrovarsi o studiare. Adesso vengono fuori iniziative pre elettorali e sarei felicissimo che tutte queste belle parole diventassero realtà, ma in cinque anni cosa hanno fatto per questi studenti? È ora di dire la verità: non siamo riusciti a convertire la struttura della Felizzano; lo facciamo fra tre mesi. Va bene, ma l’annuncite è un terribile virus». Parole seguite da un fragoroso applauso dei ragazzi presenti.
L’opinione degli altri candidati
«Non so se queste proposte siano reali o propagandistiche, le ritengo reali anche se posso dubitarne – ha invece osservato Puglisi non nascondendo il proprio scetticismo alle parole di Rasero – Quindi, mi pare di aver capito, verrà realizzata una cittadella universitaria? Vedremo anche se io fino a ieri non ho venduto caramelle».
«Vediamo delle cose che non esistono – ha incalzato Demaria – Il polo universitario è molto importante per Asti, però c’è un’implementazione da fare: cosa possiamo offrire come polo universitario di territorio? Asti non vuole essere città turistica? Allora perché non puntare su corsi di evoluzione del turismo? Ci servono corsi dell’innovazione turistica legata all’enologia, all’alimentazione e al paesaggio. Inoltre servono le professionalità che possano curare i nostri anziani».
Per Chirio la chiave di volta sarà «puntare molto sulla tecnologia, portando ad Asti corsi professionali sull’intelligenza artificiale, ad esempio introducendo percorsi come la STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics ndr)». Invece secondo Tomasini «il polo universitario è sotto-strutturato rispetto a quelle che sono le potenzialità del nostro territorio e dei ragazzi, che sono tanti con tantissime capacità» «I ragazzi che io seguo come tutor – ha aggiunto – mi dicono che c’è un distacco tra università e mondo del lavoro e l’amministrazione può essere quel giusto tramite tra la scuola, l’università e le imprese». Ruffino ha invece spiegato che «la scuola non aiuta i ragazzi a trovare lavoro, quindi occorre che ci sia un contatto maggiore tra università e aziende».
La risposta del presidente di Astiss Mario Sacco
Ma è stata la risposta di Crivelli a creare il caso. Al di là del fatto che l’università di Crotone, citata nella risposta, non esiste e non è in nessuna classifica, le parole di Crivelli sono state riferite al sindaco, poi sono giunte al presidente di Astiss, Mario Sacco, che a sua volta ha replicato, ma attraverso Facebook: «Non voglio entrare nel merito della campagna elettorale, ma mi permetto di dare un consiglio al candidato sindaco Paolo Crivelli che ha espresso pubblicamente giudizi negativi sulla nostra Università, addirittura “agli ultimi posti nelle graduatorie nazionali”. Prima di fare certe affermazioni se non vuole parlare con me può farsi assistere dal dott. Scalfari (direttore di Astiss ndr) che è candidato in una delle sue liste. Ad esempio da 3 anni il corso universitario di Scienze Motorie è il primo in Italia, certificato dal CENSIS».