Dall’11 settembre, dopo più di 10 anni dalla sospensione del servizio, torneranno a viaggiare i treni, dal lunedì al venerdì, sulla linea Asti-Alba. Con 12 corse al giorno e un investimento regionale di circa 3 milioni di euro l’anno, le due città saranno collegate da un Minuetto diesel (lo stesso che andrà avanti e indietro) con 150 posti a sedere, eventualmente altrettanti in piedi e la possibilità di trasportare bici. Tutto bene? Quasi.
Fino a pochi giorni fa a sollevare più di una critica tra i potenziali utilizzatori del servizio, ma anche tra diversi rappresentanti della politica astigiana, era il fatto che il primo treno del mattino per Asti sarebbe arrivato in stazione solo alle 8.49.
Troppo tardi per gli studenti, per i pendolari e per chiunque abbia necessità di giungere presto nel capoluogo. Ma, un po’ a sorpresa, qualcosa è cambiato stando dall’orario pubblicato sul sito di Trenitalia che abbiamo consultato lunedì mattina. Il primo treno da Alba ad Asti, con stazioni intermedie a Neive, Castagnole Lanze, Costigliole/Motta e Isola arriverà alle 8.29, quindi con un anticipo di 20 minuti rispetto all’orario diffuso questa estate dalla Regione. Un bel miglioramento, anche se non abbastanza.
Sarà sempre troppo tardi per gli studenti che, su quella tratta, potranno però continuare a usufruire del servizio d’autobus integrato per arrivare in tempo a scuola. L’alternativa al bus in quella fascia oraria resterà l’auto privata in un momento critico per la viabilità urbana, con la prossima parziale chiusura del cavalcavia Giolitti e l’istituzione del senso unico sul ponte della ferrovia in corso Savona.
Chi ha deciso da dove partire?
Da qui la domanda che molti si fanno: perché il primo treno del mattino, quello delle 7.01, partirà da Asti e non da Alba? Chi l’ha deciso e su quali basi? Senza dimenticare che una delle due città è un capoluogo di provincia sulla rete Torino-Genova con scambi verso Milano, l’altra no, sebbene Alba sia dotata di un collegamento Sfm verso il capoluogo regionale che impiega circa 70 minuti.
Non è una scelta di Trenitalia
«Sono gli Enti preposti a definire l’orario, in questo caso la Regione e l’Agenzia della Mobilità Piemontese, poi l’azienda di trasporto si organizza affinché il convoglio prenda servizio dal punto indicato» fanno sapere da Trenitalia.
Oggi è molto difficile avere dati completi sui flussi degli utenti nelle due direzioni di marcia.
«Quando la linea venne chiusa – precisa l’astigiano Giovanni Currado, membro del Cda dell’Agenzia della Mobilità e rappresentante per il per il bacino del sud-est – si contavano circa 2.000 passeggeri al giorno mentre, secondo l’ultima indagine disponibile sul servizio d’autobus, si calcolano circa 200 studenti verso Alba e circa 70 verso Asti. Ma da settembre sarà necessario monitorare i flussi aggiornati e soprattutto promuovere e far conoscere ai cittadini il servizio di trasporto pubblico che già esiste, con l’autobus integrato. Più si useranno i mezzi pubblici e più sarà possibile arrivare all’obiettivo sperato che è quello di convincere la Regione a completare il servizio con un cadenzamento orario tale da avere almeno un treno ogni ora in entrambe le direzioni di marcia».
L’importanza della scuola Arte Bianca di Neive
Ma c’è dell’altro. Il primo treno da Alba ad Asti, quello in partenza alle 7.50 (e non più alle 8.10) carica i tanti studenti diretti alla scuola Arte Bianca di Neive. Un’opportunità per eliminare diversi bus che ha avuto un suo peso sull’intera programmazione del servizio.
Per l’assessore regionale ai Trasporti, Marco Gabusi, «si deve partire da un dato inequivocabile: per 10 anni non c’è stato nulla, adesso c’è di nuovo il servizio». «Raddoppiare con un secondo treno avrebbe significato doppie risorse economiche e di materiale, senza contare che Minuetti Diesel non se ne trovano in giro – continua – Vedremo i numeri e la risposta al servizio, ma di certo non è vero che si è voluto agevolare un territorio piuttosto che un altro, tenuto conto che Asti resta lo snodo principale sulla linea Torino-Genova e per gli albesi è la via verso Milano».
Va da sé che la coperta corta impedisce di avere il servizio attivo sabato e domenica. Eppure, secondo Currado il blocco degli Euro 5 diesel, previsto dal 15 settembre, «potrebbe rappresentare un’opportunità per spingere i cittadini a usare sempre di più i mezzi pubblici così da convincere la Regione a investire risorse sul tpl e magari estendere il servizio anche nel week-end».
[foto di repertorio]
2 risposte
Se il treno per Asti parte alle 7,50 comunque non permette agli studenti dei comuni limitrofi di poter raggiungere le scuole di Neive ed Asti in quanto il treno proveniente da Bra dovrebbe arrivare ad Alba alle 7,53 ma è comunque sempre in ritardo di 2/5 minuti.
Anche il primo treno che partirà da Asti alle 7.00 per arrivare a Alba alle 7.40 sarà poco usato dai lavoratori pendolari ( che sono tanti) perché bisogna considerare che le numerose Aziende Albesi che stanno dando lavoro a molti Astigiani e non, non sono proprio dietro alla stazione FS ma dislocate qua e la nella zona industriale e zone limitrofe di Alba. Quindi perché ci si possa recare in orario al lavoro, normalmente entro le ore 8.00, bisognerebbe dare la possibilità di raggiungere con i bus cittadini queste zone e quindi bisognerebbe anticipare di almeno un quarto d’ora / venti minuti l arrivo del primo treno. A mio parere visto che la linea ferroviaria è una bisognerebbe anticipare sia la partenza da Asti che quella da Alba in modo da accontentare sia i pendolari Asti -Alba che Alba -Asti.