E’ stato eletto da poco più di due settimane alla presidenza dell’Enoteca Regionale dell’Albugnano, ma non c’è dubbio che la nomina di Andrea Maria Pirollo, gestore del ristorante Ca’ Mariuccia e produttore vinicolo, è avvenuta in un clima non del tutto sereno. La scelta del successore di Giancarlo Montaldo alla guida dell’Enoteca è stata infatti tirata in ballo come l’ultima goccia che ha segnato la caduta dell’amministrazione comunale di Albugnano, Comune oggi commissariato in seguito alle dimissioni di 5 consiglieri. Pirollo non era infatti il candidato scelto dalla sindaca Aurora Angilletta, che avrebbe preferito una figura esterna rispetto ai soci dell’Enoteca.
«Mi dispiace per la sindaca – afferma Pirollo, a commento della caduta dell’amministrazione – per le sue competenze e anche perché donna con una certa visione poteva essere una dei migliori sindaci, ma il suo modo di lavorare non è adatto alla dimensione pubblica. Chi decide tutto senza confrontarsi con nessuno si chiama amministratore delegato e lavora nel privato».
Andrea Pirollo si era dimesso dal consiglio comunale già qualche mese fa: «In tempi non sospetti – precisa – il mio dissenso era dovuto al fatto che come consigliere con delega al turismo non ero stato interpellato per il patrocinio ad un rally che ha portato la chiusura delle strade per due giorni. Non proprio un bel biglietto da visita per un territorio che sta puntando sul turismo ecosostenibile».
Il neopresidente ha le idee molto chiare su come orientare l’operato dell’Enoteca: «La sede è ad Albugnano, ma appartiene ad un territorio ben più ampio – spiega Pirollo – e abbiamo il compito di promuovere la cultura enogastronomica di quest’area che abbraccia nord Astigiano e Torinese con tutta una serie di prodotti di eccellenza. La mia presenza avrà un valore politico. Cercherò di spingere su un coordinamento turistico. Che Asti non abbia un ufficio turistico suo, ma si appoggi sull’Atl di Langhe e Roero racconta quanto questo territorio sia subalterno. Ho difficoltà ad accettare che chi si occupa di Barolo sappia promuovere il nord astigiano. E infatti non sta accadendo. Anche dal punto di vista finanziario non siamo messi bene. Asti non ha più una Camera di Commercio. Anche qui abbiamo ceduto agli interessi di un altro territorio. Un motivo del mio mandato sarà puntare i piedi per rappresentare questa parte del Piemonte. E non escludo che se non troveremo ascolto potremmo rivolgerci altrove, ad un’area più omogenea alla nostra, nel torinese».