Cerca
Close this search box.
Viarigi
Attualità, Sport
Lutto

Aldo Marello: campione, idolo, istrione e inesauribile amante della sua Revigliasco e di tutto l’Astigiano

Quattro volte scudettato, ha regalato con le sue giocate momenti di gioia agli appassionati di tamburello

Il mondo del tamburello con la scomparsa di Aldo “Cerot” Marello perde uno dei suoi personaggi più istrionici e carismatici. In  ambito  sportivo locale punto di riferimento assoluto, atleta spettacolare, trascinatore instancabile con la sua “verve” inesauribile, idolo di piazze storiche della disciplina (Castell’Alfero, Viarigi e Ovada, per citarne tre che lo videro trionfare): certamente il miglior “prodotto” tamburellistico nato alle nostre latitudini.

Nato a Revigliasco il 28 febbraio del 1949, venne scoperto all’età di quindici anni da Marco Carbone, che con i suoi contatti gli permise di trovare collocazione nel Castell’Alfero di Sandro Vigna insieme a campioni del calibro di Uva, Riva, Pentore e Casalone. Scudetti nel 1970 e 1972, interrompendo il dominio veneto del Salvi Verona e del Belladelli Quaderni.

Altra grande impresa nel 1974 a Viarigi, al fianco di Policante, Renzo Tommasi, Mimmo e Attilio Basso e Ferruccio Fantino, in una squadra mitica allestita dal patron Pier Luigi Accornero. Fu scudetto, il terzo della carriera di “Cerot”, che fece poker nel 1979 ad Ovada, località in cui Aldo Marello ha lasciato un’impronta indelebile.

La sua grande passione per la musica gli costò forse qualcosa in ambito sportivo: non facile la convivenza tra due mondi tanto impegnativi. Rifiutò offerte da parte di società venete per non staccarsi mai troppo dall’Astigiano ed in particolare dalla sua Revigliasco. Ha insegnato tamburello e trasmesso entusiasmo a tutti quelli che giocarono al suo fianco. Sul campo del Lungo Tanaro andò alla ricerca a volte smodata di riportare in Piemonte quello scudetto che da troppi anni mancava.

Un obiettivo che poi venne raggiunto dal formidabile Castelferro di Petroselli e Dellavalle. Anche nel Muro seppe cogliere risultati eccellenti a cavallo tra il secolo scorso ed il 2000, trionfando a Castell’Alfero. Giocatore di gamba e di grande resistenza, capace di colpi difficili non solo da eseguire ma anche soltanto da pensare, con il passare degli anni ha preso a narrare e diffondere la poesia degli sport sferistici (pallapugno e tamburello) con le immagini del suo ricchissimo archivio personale raccolte nei calendari che ogni anno amava pubblicare in serate in cui trovava modo di far viaggiare di pari passo sport e musica.

Curioso il soprannome Cerot che gli venne affibbiato traendo spunto dall’iniziativa di Giuseppe Vanara, da Cortazzone, che lavorava per  Campia Legnami. Ai tempi non vi erano trattori, solo cavalli da tiro e da fatica. Uno di questi era chiamato Cerot: ai tempi le feste patronali si moltiplicavano e Vanara in occasione di una di queste conobbe Giovanni Bergesio di Revigliasco. Il soprannome Cerot passò da Vanara a Bergesio: quest’ultimo a Revigliasco faceva il muratore e tutti i giorni si trovava a dover fare i conti con un giovanissimo Aldo Marello che gli impediva di lavorare serenamente. Al punto che Bergesio cercò di allontanarlo dicendogli: “ma va via Cerot”.

Un appellativo che Aldo si è portato dietro per tutta la vita: su tutti i campi, in tutti i paesi, nel nome della sua orchestra, la “Cerot Band”.  Genio e un tantino di sregolatezza, ma soprattutto doti tecniche che soltanto un campione vero, avrebbe potuto possedere. Quel campione che oggi tutti piangiamo e che non smetteremo mai di ricordare.

Nella foto il Viarigi scudettato nel 1974. In piedi, da sinistra, Carbone, direttore tecnico, Marello, Attilio Basso, Policante e il patron Accornero. Sotto, da sinistra, Tommasi, Emilio “Mimmo” Basso, Fantino e il massaggiatore “Moreto” Marello.

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


Il periodo di verifica reCAPTCHA è scaduto. Ricaricare la pagina.

Scopri inoltre:

Edizione digitale