Cerca
Close this search box.
<img src="https://lanuovaprovincia.it/wp-content/uploads/elementor/thumbs/alessandro-meluzzi-e39-in-attobruna-guerra-di-civilta-vinciamola-56e6bebd0d7e01-nkiix68uf7uq14ijb2kxzujf16kpdtibpza3gpg8zs.jpg" title="Alessandro Meluzzi: «E' in atto
una guerra di civiltà: vinciamola»" alt="Alessandro Meluzzi: «E' in attouna guerra di civiltà: vinciamola»" loading="lazy" />
Attualità

Alessandro Meluzzi: «E' in atto
una guerra di civiltà: vinciamola»

«E' iniziata una guerra, e l'unica soluzione è cercare di vincerla». Il Professor Alessandro Meluzzi, specialista in psichiatria e diacono cattolico con alle spalle esperienze politiche

«E' iniziata una guerra, e l'unica soluzione è cercare di vincerla». Il Professor Alessandro Meluzzi, specialista in psichiatria e diacono cattolico con alle spalle esperienze politiche anche parlamentari, non usa mezzi termini nell'esprimere la sua opinione circa gli avvenimenti che stanno monopolizzando la nostra attenzione e i nostri notiziari.

Dunque siamo in una vera e propria guerra e un confronto con la Seconda Guerra Mondiale non è azzardato…
«Ciò che rischia di mandarci in rovina è il nostro atteggiamento passivo, la mia sinistra profezia è che così vedremo sempre di più attentati come quelli di Parigi. Churchill di fronte al nazismo indicò una via con fermezza: conscio di dover passare attraverso lacrime e sangue, garantì che si sarebbe andati fino in fondo, fino alla vittoria. Lo scenario di terrore attuale non può essere affrontato diversamente».

Come possiamo allora approcciarci agli islamici che vivono in Europa?
«Innanzitutto, i musulmani che vivono accanto a noi dovrebbero rispettare le nostre leggi e le nostre tradizioni, visto che quando siamo noi nelle loro latitudini non ci consentono neanche di portare una Bibbia in tasca, figuriamoci costruire chiese. Noi invece, in nome del politically correct, stiamo rinunciando alla nostra identità: non festeggiamo più il Natale, non facciamo più i presepi, in sostanza siamo ad un indementimento collettivo che ci rende ridicoli agli occhi delle loro parti culturali più consapevoli».

Ci sono ragioni politiche che spingono i terroristi a schermarsi dietro una lettura deviata dei loro Testi Sacri?
«Deviata? Le sure del Corano dicono che chi non crede in Allah va combattuto con la scimitarra. Deviata è una lettura divergente da questa. Mentre nell'Ebraismo c'è il Rabbinato e nel Cristianesimo ci sono le Chiese che interpretano la Scrittura, il Corano non è interpretabile, nessuno può dire "questo è storicizzabile, questo non lo è": niente è storicizzabile. Perciò anche nelle comunità islamiche europee moderate serpeggia il timore e finché lasceremo che al califfato arrivino soldi e armi, il loro disegno di annientarci sarà intatto. Il resto è aria fritta».

E' aria fritta anche parlare di integrare maggiormente i musulmani nel nostro tessuto sociale?
«Abbiamo aperto le moschee, offriamo i nostri servizi, diamo 40 euro al giorno ai profughi: non so se diamo lo stesso ai pensionati astigiani né mi sembra che si riservi altrettanta attenzione agli indigenti italiani delle nostre periferie. Anche nelle banlieues parigine, la République francese ha dato istruzione, cittadinanza, servizi sanitari, previdenza: che altro deve fare? Le pare che loro vogliano integrarsi? Per definizione nessun musulmano vorrebbe essere inglobato nella cultura cristiana-occidentale».

La chiosa non lascia spazio a fraintendimenti: «E' ora che usciamo da questo ebetismo, da questa ipnosi di complesso di inferiorità: è in atto una guerra di civiltà che stravolge il nostro modo di vivere, le nostre tradizioni e ciò che abbiamo costruito in secoli di battaglie per la libertà».

Luca Parena

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Scopri inoltre:

Edizione digitale