La biblioteca Faletti torna a far parlare di sé per le carenze strutturali di personale che la attanagliano da anni. È almeno dal 2016 che la biblioteca deve fare i conti con un organico ridotto rispetto a quanto previsto dalla normativa. Oggi conta 5 dipendenti della Fondazione più 2 amministrativi, un altro dipendente assunto dal Comune (tecnicamente in comando) cui si aggiunge un volontario del servizio civile sebbene ne siano previsti 2. A norma dovrebbero esserci 14 dipendenti full time a 36 ore la settimana, più eventuali volontari, ma la Fondazione non sarebbe in grado di sostenerne i costi. Oltretutto a fine mese la direttrice Donatella Gnetti andrà in pensione e sarà sostituita da una nuova direttrice, Alessia Conti (già assunta ed esperta di project management), che si troverà a gestire gli stessi problemi. Da gennaio alcuni volontari garantiscono l’apertura della biblioteca tra le ore 13 e le 14, ma non essendo dipendenti non possono prestare i libri. «Lunedì la biblioteca è chiusa al pubblico, ma tutti noi lavoriamo lo stesso a tempo pieno – spiega la direttrice – Da martedì a venerdì siamo aperti dalle 9 alle 18 con orario continuato e sabato mattina dalle 9 alle 13».
«Partecipiamo ai bandi della Regione, della CrAsti e della CrTO, – continua Gnetti – ma quello di cui la biblioteca ha bisogno sono fondi strutturali che solo il Comune e la Fondazione CrAsti potrebbero darle. Però la Fondazione contribuisce già a Passepartout, il Comune si accolla le spese delle utenze e lo stipendio di un dipendente. Se pensiamo che i costi delle bollette sono triplicati capiamo che non può fare di più. Non è per cattiva volontà, ma perché non ci sono soldi».
Le idee per andare avanti
ArtBonus, ma soprattutto l’intitolazione di 210 scaffali e di alcune sale hanno aiutato nel corso del tempo a sopportare i costi, ma si tratta di qualche goccia d’acqua dove invece servirebbero interi acquedotti per dare più respiro alla struttura. In passato era stata anche introdotta la tessera a pagamento per accedere al prestito dei libri, una soluzione controversa, che fece discutere, poi infatti cancellata. Del tutto inesistente il mecenatismo che invece in altre città è molto più presente. È in questa situazione che si inserisce l’interpellanza del gruppo Uniti si può con i consiglieri Vittoria Briccarello e Mauro Bosia. Interpellanza depositata a metà dicembre con la quale, oltre a evidenziare le note criticità della biblioteca, si chiede che «venga implementato il personale professionale per avere l’orario continuato; siano investiti fondi e risorse nella struttura; che la biblioteca mantenga la sua realtà pubblica; che i volontari vengano affiancati da professionisti assunti e che il Comune predisponga finanziamenti atti alle assunzioni di personale bibliotecario». Bosia e Briccarello domandano, inoltre, «come il Comune stia incentivando la realtà bibliotecaria, se non ritenga che gli studenti, studiosi e fruitori della Faletti debbano essere posti nella condizione di non dover uscire alle 18 e come ritenga di sopperire all’impossibilità di prendere i libri in prestito in pausa pranzo, orario comodo per le mote persone che lavorano». Interpellanza cui ha già risposto in Consiglio l’assessore alla Cultura Paride Candelaresi.