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Il caso

Alla Casa di Riposo “Città di Asti” scoppia la querelle sugli aumenti delle rette

I consiglieri di minoranza lanciano l’allarme dopo la decisione del commissario di ritoccare le tariffe, ma lui replica conti alla mano: «Scelta necessaria»

Un nuovo campanello d’allarme arriva dalla Casa di Riposo “Città di Asti” e, ancora una volta, sono i consiglieri comunali di minoranza a denunciare, in una nota stampa congiunta, l’ultima novità appresa dai famigliari dei degenti. «In questi giorni molte famiglie degli ospiti stanno ricevendo telefonate dall’amministrazione della struttura. Non sono auguri, o inviti a iniziative natalizie nella Casa di Riposo, ma la comunicazione che dal 1^ gennaio la retta sarà aumentata di svariate centinaia di euro» raccontano i consiglieri Angela Quaglia, Angela Motta, Giorgio Spata, Luciano Sutera, Mauro Bosia, Maria Ferlisi, Giuseppe Dolce, Massimo Cerruti, Martina Veneto, Michele Anselmo, Davide Giargia e Mario Malandrone. Una presa di posizione, quella dei gruppi di minoranza, che ricorda come gli annunciati aumenti stiano arrivando dopo che la Casa di Riposo è riuscita «a portare a casa un dono di 19 milioni di euro, da parte del Governo, sull’estensione dell’applicabilità del Superbonus 110% anche alle RSA»

«Si rischia un’emorragia degli ospiti meno abbienti»

«Il futuro si gioca cercando di far fare sacrifici alle famiglie e rischiando di creare un’emorragia degli attuali ospiti meno abbienti» continuano i consiglieri.

Dai banchi della minoranza arriva quindi unanime la critica per la decisione, presa dal commissario straordinario della Casa di Riposo, Mario Pasino, di rivedere le rette: «Si stanno già predisponendo gli atti per redigere un Bilancio 2022 in pareggio, al fine di isolare le gestioni pregresse da affrontare con gli istituti di credito. Pare che tali atti, che consentirebbero il pareggio di bilancio, siano giocati su un aumento consistente delle tariffe. Questo aumento viene comunicato a molte famiglie a pochissimi giorni dall’entrata in vigore delle nuove rette, il 1^ gennaio […] Davvero tempi inopportuni, davvero rincari eccessivi e fatti senza un congruo preavviso. Ci chiediamo se tali aumenti, così alti e con così pochi giorni di preavviso, siano possibili, anche rispetto ai diritti delle famiglie e degli ospiti e se rispettino i diritti dei consumatori. Di sicuro la percentuale di aumento delle tariffe non può essere così elevata. Non vorremmo che il carbone sotto l’albero delle famiglie degli ospiti fosse un regalo natalizio rivolto alle strutture private, concorrenziali alla Casa di Riposo. Quale politica si sta attuando sulla Casa di Riposo? Da un lato si prendono ingenti fondi del Governo, dall’altro si chiedono sacrifici sotto Natale alle famiglie; il Comune e gli attori economici del territorio che cosa fanno?»

Come pagare il buco da 6 milioni di euro, più mutui?

Quello che non traspare nella presa di posizione dei consiglieri di minoranza è però la situazione «non bella», per usare le parole del commissario straordinario Mario Pasino, che riguarda i conti dell’IPAB più grande del Piemonte. Una situazione che, tradotta in cifre, vede un “buco” da 6 milioni di euro cui si aggiunge un altro milione necessario a pagare i mutui accesi in passato. Tutto questo a fronte di un calo di ospiti provocato dalla situazione emergenziale e dal blocco della ricettività, per questioni di sicurezza antiCovid, che ha portato la Casa di Riposo a passare da 300 a 200 ospiti. Ed è qui che si inserisce la necessità degli aumenti, annunciati e confermati dal commissario, ma anche motivati: «La Casa di Riposo “Città di Asti” ha tariffe molto più basse delle altre RSA, – replica Pasino – ma ho scoperto, analizzando bene i conti, che ci sono ospiti che pagano appena 930 euro al mese per un servizio di gran lunga più costoso. È vero che l’IPAB deve prevede rette leggermente inferiori a quelle delle RSA, ma faccio presente che oggi l’incasso delle rette ci permette di pagare circa la metà del bisogno della struttura».

Da qui la decisione, «a malincuore e necessaria», precisa Pasino, di aumentare le tariffe. La maggiore incidenza sarà per gli ospiti che fino ad oggi hanno pagato circa 1.000 euro al mese, la tariffa più bassa applicata dall’IPAB, e che andranno a pagare circa 1.700 euro. I restanti aumenti saranno inversamente proporzionali alle tariffe applicate. Se il Maina riuscisse a ottenere il Superbonus 110% per ristrutturare l’intero complesso, così da renderlo più efficiente dal punto di vista energetico, parte dei problemi sarebbero risolti. Anche se così fosse il Maina dovrebbe attraversare altri 2 anni non semplici, sotto cantiere, trattando allo stesso tempo con le banche per risolvere la situazione debitoria, ma guardando con fiducia al futuro grazie al “bilancio zero” che il commissario ha intenzione di approvare.

Insomma, il “buco” nei conti dev’essere tappato, subito, ma anche i debiti devono essere onorati grazie a un bilancio sostenibile sulla lunga distanza. In caso contrario, salvo non vengano fuori «nuovi mecenati per i quali la mia porta è sempre aperta» osserva Pasino, la strada per garantire un futuro alla Casa di Riposo sarebbe ancora in salita. Oltre questo ci sarà poi da definire se dare seguito a un nuovo bando per trovare un soggetto privato che la gestisca o se, come vorrebbero alcuni, mantenerla completamente sotto una gestione pubblica.

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