Si chiama “finestra emozionale” e ad Asti, ideata dalla casa di riposo Clinica San Giuseppe, è la prima iniziativa di questo genere. “Una sorta di “stanza degli abbracci” che però avvengono attraverso una finestra che dà sul cortile interno della struttura – spiega Giorgio Maldonese, Amministratore Delegato della Cooperativa Sociale IL FARO – e tramite cui, sia l’ospite che il parente, possono avere di nuovo un contatto anche fisico.”
Si tratta, in pratica, di una finestra a piano terra munita di due fori nel vetro in cui sono fissati due guanti di plastica lunghi circa ottanta centimetri (sostituiti ad ogni nuova visita) che permettono, in assoluta sicurezza, di stringere, accarezzare e addirittura abbracciare il proprio caro; un’idea che è piaciuta molto a tutti e che ha dato la parvenza di un ritorno alla normalità.
Gli appuntamenti dalla finestra sono sei al giorno (tre al mattino e tre al pomeriggi) anche per permettere al personale di sterilizzare e sanificare la postazione e hanno una durata media di venti minuti l’uno: “Abbiamo optato per la finestra perché così si evita l’ingresso delle persone e tutto ciò che ne può derivare – aggiunge Giorgio Maldonese – basta prendere un appuntamento telefonico, dopo di che l’ospite viene accompagnato davanti alla finestra dove lo attende il parente. La comunicazione orale avviene tramite un citofono mentre grazie ai guanti monouso ci si dà la mano”. Un gesto piccolo ma importante per esprimere affetto e fare sentire la propria presenza.
Inaugurata lo scorso 21 dicembre, la “finestra emozionale”, verrà a breve replicata in tutte le strutture della Cooperativa Sociale IL FARO. “I nostri ospiti sono felicissimi di questa novità – ha ancora detto Maldonese – perché finalmente, oltre alle video chiamate che facciamo regolarmente, in questo modo hanno l’opportunità di sentirsi davvero vicini ai propri cari e lo stesso dicasi per i parenti”. Incontri terapeutici quindi per i circa trentacinque anziani, tutti negativi al Covid 19, attualmente ospiti della casa di riposo Clinica San Giuseppe, incontri che hanno acceso una piccola luce di speranza e che sono stati davvero un bellissimo regalo di Natale.
Monica Jarre