Proteste per il cantiere alla Croce Rossa
Da un lato c’è la necessità di ristrutturare il primo piano della sede della Croce Rossa di Asti, dove si trovano le camere nelle quali dormono gli operatori, in primis medici e infermieri, quando sono di turno; dall’altro si chiede di garantire, proprio ai lavoratori e ai volontari della CRI, di poter trascorrere anche la notte in un ambiente adeguato in termini di sicurezza e pulizia. Pochi giorni fa si è aperto il cantiere per la ristrutturazione nella sede della CRI di Asti, in via Foscolo: tutto previsto, perché si tratta di interventi strutturali volti a offrire una zona notte più adeguata alle necessità, separando le camere dei medici da quelle degli infermieri, e gli uomini dalle donne; ma qualcosa pare non aver funzionato come avrebbe dovuto.
Con le foto inviate al giornale, c’è qualche addetto che si chiede “se aprire il cantiere lasciando i letti degli operatori al primo piano, circondati da lunghe lamiere in acciaio, oltre a un generico caos, polvere, e altri disagi, sia stata la scelta più adeguata”. Un cantiere che fa discutere tra i lavoratori del 118 e diversi volontari della CRI perché, per tutti loro, si tratta del luogo di lavoro dove sicurezza e salubrità dev’essere garantita.
Il giaciglio di fortuna
Questa notte alcuni operatori sanitari, rifiutandosi di dormire nei letti al piano di sopra, molti dei quali coperti di polvere, hanno trasferito i materassi al piano terra, improvvisando un giaciglio di fortuna, ma c’è anche chi ha voluto segnalare all’ASL la situazione venutasi a creare chiedendo di valutare il caso e tenuto conto che i disagi dovrebbero durare una decina di giorni. Le foto fatte pervenire a La nuova provincia sono già in mano alla ASO di Alessandria, ai dirigenti medico infermieristici del 118 e presto, stando a quanto riferito, potrebbero finire allo Spresal, l’organo responsabile della sicurezza negli ambienti di lavoro.
Contattato nella mattinata di oggi, sabato, Stefano Robino, presidente della Croce Rossa di Asti, ha risposto di “non essere a conoscenza del disagio e dei problemi segnalati al giornale, ancor prima che a lui”, ma anche di “voler approfondire la vicenda”.