Grandi pulizie all'ex stazione ferroviaria. Rfi, braccio operativo di Ferrovie che gestisce la rete delle strade ferrate nazionali, in questi giorni ha aggredito con pale e mezzi meccanici la
Grandi pulizie all'ex stazione ferroviaria. Rfi, braccio operativo di Ferrovie che gestisce la rete delle strade ferrate nazionali, in questi giorni ha aggredito con pale e mezzi meccanici la foresta che asserragliava l'area tra corso Libertà e via Cassinasco. Un intervento necessario, forse velocizzato dall'ordinanza emessa dal sindaco una ventina di giorni fa. Nel suo freddo burocratese, il documento non lascia spazio a interpretazioni: quell'area deve essere ripulita. Entro 30 giorni, recita la determina firmata dal primo cittadino Marco Gabusi. Destinatario, proprietario dell'immobile al numero 75 di corso Libertà, le Ferrovie dello stato ovvero Rete Ferroviaria Italiana.
Il testo, essenziale ma esplicito, fa riferimento ad un sopralluogo effettuato dai tecnici comunali a inizio ottobre. In quell'occasione gli emissari del municipio rilevarono che "l'area circostante il fabbricato versa in uno stato di completo abbandono e degrado, con vari rifiuti sparsi sull'area e presenza di erbe infestanti". In più, considerato che "la line ferroviaria è in disuso, le erbe infestanti hanno invaso anche la sede dei binari lungo tutto il tratto urbano". Che la zona dell'ex stazione fosse in stato di totale abbandono lo aveva denunciato, poche settimane prima, anche La Nuova Provincia in un reportage che metteva a fuoco l'incuria che qui regnava sovrana. Degrado sotto gli occhi di tutti.
Ogni giorno, infatti, centinaia di canellesi, ma anche turisti e forestieri, attraversano l'ex passaggio a livello che si apriva, sino allo scorso weekend, alla vista di una vera e propria boscaglia dalla quale si intravedevano i binari coperti di cartacce e rifiuti. La bottiglia di spumante, simbolo della città, era in pessime condizioni e semi nascosta dagli alberi che crescevano rigogliosi. Una situazione che, secondo gli uffici comunali, era "tale da rappresentare pregiudizio all'ambiente, nonché potenziale pericolo per la sicurezza e la salute delle persone". E c'era da crederci. Ad accogliere chi avesse voglia di avventurarsi in questa terra di nessuno c'erano sacchi di rifiuti che campeggiano all'ingresso dello spiazzo un tempo utilizzato per i vagoni-merci. L'ordine del sindaco, dunque, era perentorio: pulire tutta l'area entro 30 giorni "mediante l'asportazione di arbusti, sterpaglie e la generale regolarizzazione della vegetazione".
Pulizia che, sino a due anni fa, veniva eseguita, un paio di volte l'anno, da un gruppo di volontari capeggiati da assessori e consiglieri comunali i quali, armati di sacchi, badili e rastrelli raccoglievano tonnellate di rifiuti e tagliavano centinaia di arbusti. «Ma è un'area privata -? spiega l'assessore Firmino Cecconato – e la cura è demandata al proprietario». Rfi, all'invito di pulizia radicale ha risposto con l'intervento di questi giorni e rilanciando la proposta di affidare l'ex stazione al Comune. «Stiamo valutando i passi da compiere – aggiunge Cecconato -, e non è escluso che si arrivi ad un accordo». Palazzina da adibire a servizi di pubblica utilità e sede di onlus, anche se il piano superiore è abitato.
Giovanni Vassallo