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Ex Maternità di Asti
Attualità
Sanità e Pnrr

All’ex Maternità di Asti sono iniziati i lavori per creare l’Ospedale e la Casa di comunità

Ecco tutti i servizi che saranno aperti nell’edificio di via Duca d’Aosta e le tempistiche di realizzazione dei cantieri

Il dubbio è stato lanciato dal segretario provinciale della Cgil, Luca Quagliotti, durante la Festa dell’Unità. «Ci risultano tagli da 300 milioni sul Pnrr legato gli interventi di edilizia sanitaria. Questo Governo non crede negli Ospedali e nelle Case di comunità quindi vorremmo avere garanzie sui servizi che saranno collocati nell’ex Maternità».

L’Asl AT conferma le tre future destinazioni d’uso come Ospedale di comunità, Casa di comunità e Centrale operativa territoriale (Cot). «Le tre strutture saranno realizzate tra il piano rialzato e il piano primo dell’ala sud dell’immobile – spiega il Direttore Generale Francesco Arena – L’investimento complessivo è di circa 7,5 milioni: 4,5 milioni sono stati finanziati dal Pnrr e consentono l’avvio dei lavori, i restanti 3 milioni necessari per completare gli interventi di tipo tecnologico (centrale termica ed elettrica ed impianti vari) saranno finanziati dalla Regione Piemonte. Sono già partiti i lavori della Cot che erano più urgenti in quanto il Pnrr ne prevede la consegna entro il 31 dicembre 2023».

Già da giorni è possibile vedere operai e addetti entrare e uscire dal plesso la cui apertura rilancerà l’intero quartiere. Occhi puntati sul futuro Ospedale di comunità i cui progetti esecutivi sono già stati consegnati. A giorni sarà firmato il contratto con l’impresa esecutrice, la Vittadello di Limena (Padova). La previsione è chiudere i lavori entro il 31 marzo 2026. Ma quale funzione avrà questo nuovo ospedale?

«È una struttura sanitaria che svolge una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero. – spiega Arena – Si rivolge a pazienti che, a seguito di un episodio di acuzie minore o per la riacutizzazione di patologie croniche, necessitano di interventi sanitari a bassa intensità clinica che richiedono assistenza e sorveglianza sanitaria infermieristica continuativa, anche notturna, non erogabile a domicilio per ragioni strutturali o per mancanza di supporto familiare». I posti previsti dalla normativa sono venti.

Al contrario la Casa di comunità serve a offrire assistenza sanitaria di prossimità assicurando il servizio principalmente alla popolazione più anziana, riducendo così il numero delle ospedalizzazioni anche non urgenti. La struttura offrirà il Punto Unico di Accesso (Pua) sanitario; servizi di cure primarie erogati tramite equipe multiprofessionali (medici di famiglia, pediatri di libera scelta, continuità assistenziale, specialisti ambulatoriali, infermieri di comunità e di famiglia e altre figure sanitarie e socio sanitarie); servizi di specialistica ambulatoriale per le patologie a elevata prevalenza (ambito cardiologia, pneumologia, diabetologia, nefrologia, neurologia); servizi di diagnostica di base (ecografo, elettrocardiografo, spirometro, ecc) anche attraverso la telemedicina; ambulatori infermieristici per la gestione integrata della cronicità e per la risposta ai bisogni occasionali; continuità assistenziale (ex guardia medica); punto prelievi; sistema integrato di prenotazione collegato al Cup; servizi di assistenza domiciliare e integrazione con i Servizi Sociali.

La Cot, invece, coordina la presa in carico della persona e fa da raccordo tra servizi e professionisti coinvolti nei diversi ruoli assistenziali. «L’Ospedale di comunità, la Casa di comunità e la Cot occupano circa due terzi dell’immobile – conclude Arena – l’auspicio è che in futuro si possano reperire le risorse necessarie a completare la ristrutturazione dell’ex Maternità, dove potranno essere trasferiti altri servizi oggi ospitati nei locali di via Baracca, tra cui la Medicina Legale e il Serd».

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