Venerdì scorso, all’Istituto G. Penna di Asti, si è concluso il progetto “Spezziamo il giogo! Scuola, cultura, contrasto al caporalato”, realizzato nell’ambito del “Bando della Regione Piemonte di Educazione alla Cittadinanza Globale per la sostenibilità e la solidarietà internazionale”, promosso dall’Istituto e sostenuto da Regione Piemonte e da Libera Piemonte. È stata un’iniziativa che ha coinvolto le classi terze e quarte, nata con l’intento di approfondire il tema del caporalato, sensibilizzare i giovani al rispetto dei lavoratori e insegnare una presenza più attiva e consapevole. Numerose le personalità intervenute, tra queste il viceprefetto Roberta Di Silvestro, il sottosegretario regionale Alberto Preioni, l’assessore Marco Galvagno, il vicesindaco di Nizza Monferrato, Ausilia Quaglia, il sindaco di San Damiano, Davide Migliasso, il vicesindaco di Moncalvo Gianni Serra, il rappresentante del sindaco di Dusino San Michele, Gnai Serge, il tenente della Guardia di Finanza, Daniele Gabrielli e, per Libera Coordinamento di Asti, il referente territoriale Simone Barbiero e Miranda Prosio.
Durante l’incontro, gli studenti hanno presentato i risultati del loro lavoro con quattro grandi “pannelli tematici” che sono poi stati donati ai Comuni del territorio per essere esposti a testimonianza del lavoro svolto contro lo sfruttamento. A presentare gli intervenuti è stata la professoressa Gianna Reggio mentre la collega Paola Grillo ha seguito i ragazzi durante il percorso. «La tematica del caporalato è stata affrontata in tutti i suoi aspetti – ha sottolineato quest’ultima – calandola nella realtà locale». È stato mostrato un video riassuntivo con numerose testimonianze e momenti delle attività svolte, poi i ragazzi hanno spiegato i pannelli: da cos’è il caporalato, alle sue vittime, dalla rivolta di Rosarno, all’operazione “Iron Rod”.
È stato ricordato il caso di Paola Clemente, uccisa a 49 anni dalla fatica ma anche le leggi in vigore a contrasto del caporalato, si è parlato dei contratti capestro dove vengono imposte condizioni di lavoro estremamente svantaggiose ai braccianti, delle associazioni di categoria che, controllando le aziende, sostengono i diritti dei lavoratori e dell’etichetta narrante, quella che ogni consumatore dovrebbe imparare a leggere per riconoscere i prodotti che supportano un’economia sana e rispettosa di tutta la filiera. «Nella Prefettura – ha informato la dott. Roberta Di Silvestro – c’è un ufficio antimafia che si occupa della prevenzione di questi fenomeni che della violenza e della sopraffazione fanno il loro stile di vita».
«Il nostro è un consumismo malato, – ha commentato il dott. Preioni – buttiamo migliaia di euro in oggetti superflui, poi andiamo a guardare pochi centesimi in più sui prodotti agricoli che sono invece giustificati quando c’è un comportamento etico». «Noi abbiamo un piano operativo apposito che riguarda il sommerso lavorativo, – ha ricordato il tenente Gabrielli – ma la cosa fondamentale è sempre la denuncia da parte delle associazioni e dei lavoratori stessi».
«Attraverso questi lavori e i rapporti con le istituzioni si preparano i cittadini – si è complimentata Miranda Prosio – che saranno i garanti del futuro». Infine anche Simone Barbiero ha elogiato i ragazzi: «Questi cartelloni – ha detto nel suo intervento – ci permettono di sviluppare consapevolezza e pensiero critico».