Servizi sociali: il punto sul sostegno alla famiglia
Il rinvio al 2 aprile dello sgombero di una famiglia con tre bambini piccoli (di cui una nata ad agosto) da un appartamento occupato abusivamente, ha riacceso le luci sul problema abitativo cittadino e sulla carenza di case per chi non riesce ad accedere al mercato privato delle locazioni.
Su questa vicenda interviene l’assessorato ai Servizi Sociali che, per voce del suo assessore Mariangela Cotto, illustra il punto della situazione al Comune di Asti.
647 famiglie in lista d’attesa
«Il patrimonio di edilizia residenziale del Comune di Asti conta complessivamente di 1566 alloggi di cui 1532 in gestione ATC e 34 in gestione diretta comunale – informano gli uffici comunali – A causa della progressiva riduzione degli investimenti per la costruzione di nuovi edifici, nel tempo il numero di alloggi disponibili per l’assegnazione è progressivamente calato fino ad arrivare negli ultimi anni a circa 30/35 alloggi che si rendono disponibili per le nuove assegnazioni. Ciò a fronte di una domanda sempre crescente, che vede 647 nuclei presenti nella attuale graduatoria ATC». Il settore delle Politiche Sociali ha affrontato con i mezzi a disposizione questo fenomeno.
Fenomeno in crescita
«Negli anni le misure attivate sono risultate appena sufficienti a contenere il fenomeno che sembra ancora essere in costante incremento. Negli ultimi anni le richieste di aiuto per sfratto o situazioni comunque al limite dello stesso sono aumentate in modo esponenziale. Nella graduatoria dell’emergenza abitativa approvata a fine anno scorso conta 26 nuclei di cui circa l’80% proviene da sfratti o situazioni di forte disagio abitativo.
Gli strumenti a disposizione del Comune
Gli interventi del Servizio Casa
Il Servizio Casa per fronteggiare la multidimensionalità del disagio abitativo e lavorativo mette in atto vari interventi: rinvii all’esecuzione dello sfratto concordati con la proprietà e finalizzati a concedere un tempo utile a reperire soluzioni alternative, contributi economici che vengono erogati sia per sostenere la sottoscrizione di nuovi contratti che per pagare le morosità incolpevoli accumulate nonché per sostenere la rete amicale/familiare eventualmente disposta a fornire ospitalità al nucleo.
18 ospiti alla Casa delle Donne e dei Bambini
«Nel caso in cui lo sfratto venga eseguito, il Comune è in grado di garantire soluzioni abitative temporanee, quali il dormitorio maschile e la Casa delle Donne e dei Bambini, dove vengono inseriti i soggetti più fragili. Sino ad oggi la Casa delle Donne ha fornito ospitalità complessivamente a 18 donne, di cui 14 appartenenti a nuclei sottoposti a sfratto, e 35 minori, mentre il dormitorio maschile ospita in media 25/30 persone a notte. Il Sindaco Maurizio Rasero evidenzia che i servizi hanno sempre trovato risposte all’emergenza abitativa soprattutto nelle situazioni più delicate e il potenziamento delle strutture di prima accoglienza, sia femminile che maschile, ha consentito di affrontare le emergenze.
Percorsi individualizzati
La presa in carico del nucleo nella fase post sfratto consente la costruzione di percorsi individualizzati di aiuto e sostegno, finalizzati al reinserimento sociale, sia dal punto di vista lavorativo che abitativo. La progettazione sociale, oltre a sostenere i soggetti fragili, è anche utilizzata per costruire percorsi specifici per far fronte alle situazioni di occupazione abusiva di immobili, ove presenti. La finalità di tali interventi è quella di poter creare le condizioni e i requisiti necessari sia all’accesso alle graduatorie per l’assegnazione di case popolari che ad altri servizi di sostegno ai nuclei familiari fragili.
Il Comune di Asti, per favorire un cambiamento nella cultura e nella gestione delle complessità che investe il problema casa, ha promosso l’attivazione di un Osservatorio sull’Abitare».