Gli arrivi continuano alla spicciolata, ma c'è chi rilancia la proposta di concedere loro il permesso di soggiorno umanitario. Il visto darebbe loro la possibilità di muoversi sul territorio nazionale "legalmente" e di cercare lavoro. Intanto la Prefettura cerca nuove strutture dove ospitare i migranti
Anche se alla spicciolata, continuano nellAstigiano gli arrivi dei profughi extracomunitari che abbandonano i Paesi africani attraversando il Mediterraneo. E già passato oltre un anno dallarrivo dei primi pullman di migranti e, nella nostra provincia, sono passate oltre 800 persone, non tutte rimaste nelle strutture di accoglienza e molte in attesa di essere ascoltate dalla commissione territoriale che deve decidere se concedere loro, o meno, il permesso di soggiorno per motivi umanitari (mercoledì il numero di profughi sul territorio astigiano ammontava a 350 unità).
Asti e i comuni della provincia sono stati esempi di accoglienza, ma i posti disponibili scarseggiano e ulteriori arrivi potrebbero mettere in difficoltà la macchina degli aiuti. «Il problema è che non si possono tenere ferme delle persone, per mesi e mesi, in attesa che parlino con una commissione – spiega Alberto Mossino del Piam, in prima linea nei progetti di integrazione – LAstigiano ha fatto un grande sforzo e continua a farlo, ma ora è necessario che queste persone ottengano al più presto il permesso di soggiorno per motivi umanitari, così da essere libere di muoversi e cercare un lavoro. Solo così si potranno liberare posti nelle strutture di accoglienza per rispondere alle esigenze dei nuovi arrivati».
Tra questi ci sono i sedici uomini, tutti di età compresa tra 20 e 30 anni, sistemati in una casa di Revignano ai confini con Bramairate. «Si tratta di persone provenienti dal Bangladesh, Gambia e Nigeria» spiega una delle responsabili della cooperativa che gestisce la struttura. Anche in questo caso è stata la Prefettura a gestire il dislocamento dei profughi tramite gli enti o cooperative che hanno firmato il protocollo dintesa con il ministero.
Ad occuparsi dei richiedenti asilo sono la cooperativa Leone Rosso di Aosta, Albero della Vita di San Damiano, la Caritas di Asti, la cooperativa SENAPE di Casale, lAssociazione Basso Monferrato Astigiano e la cooperativa CO.AL.A. insieme al Piam. Dalla Prefettura fanno sapere che è sempre in cerca di strutture da mettere a disposizione dei migranti e, chi avesse immobili adeguati, può contattare il proprio sindaco oppure uno dei gestori convenzionati che farà da mediatore con lEnte territoriale di piazza Alfieri.