Oggi le capre sono 200 e Daniela Saglietti, ex consulente nel settore vitivinicolo e Giovanni Solerio, ex titolare di un supermercato con alimenti “bio”, producono uno dei migliori Roccaverano Dop del Consorzio nonché altri apprezzati formaggi di latte caprino. «Siamo partiti come dei novelli, ne sapevamo davvero poco; abbiamo studiato, viaggiato in Francia (dove sui caprini sono più avanti di noi) e imparato molto. In venti anni il progetto è cresciuto».
Al punto da ottenere il presidio Slow Food non solo per il formaggio Roccaverano ma anche per il pascolo. «La tutela dei prati stabili è fondamentale per offrire al consumatore un prodotto di qualità – conclude Solerio – Il prato permanente, sottratto all’agricoltura ed allo sfruttamento intensivo, sviluppa la sua biodiversità offrendo al pascolo le essenze caratteristiche del posto. Tutto questo patrimonio selvatico confluisce nel latte e conferisce al formaggio un sapore unico».