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Ambulatorio in via Giobert garantirà cure mediche gratuite

Gestito dalla Diocesi grazie all’impegno di medici e infermieri volontari. Il vescovo Prastaro: “Sarà rivolto a poveri e dimenticati”

In occasione dell’udienza privata concessa da Papa Francesco ai pellegrini astigiani, venerdì scorso presso il Palazzo Apostolico in Vaticano, il vescovo Marco Prastaro ha annunciato, in occasione del saluto al Santo Padre, l’apertura ad Asti dell’ambulatorio “Fratelli tutti”. «Sarà un luogo – ha spiegato – in cui gli scartati, i poveri e i dimenticati potranno ricevere cure sanitarie e accedere a visite mediche specialistiche. L’ambulatorio si avvarrà della collaborazione di personale infermieristico, medico specialistico e di altri operatori che, a titolo volontario e gratuito, offriranno tempo e competenze per la salute dei più svantaggiati. I volontari saranno persone con appartenenze religiose, culturali e politiche differenti, ma tutte accomunate dal desiderio di creare un mondo più fraterno e giusto».
L’idea è stata apprezzata dal Pontefice, che ha citato il progetto nel suo discorso.

Il progetto

Ma dove verrà allestito l’ambulatorio? Troverà spazio nella Casa diocesana Famiglia e vita di via Giobert, di fronte al liceo artistico Benedetto Alfieri, dove continueranno comunque ad essere ospitati il Cif (Centro italiano femminile), il Centro aiuto alla vita e alcuni gruppi parrocchiali che usufruiscono della sala incontri.
«L’immobile – spiegano dalla Pastorale della salute, incaricata di seguire il progetto – presenta una parte considerata di pregio storico, per la quale dovremmo ricevere a giorni, da parte della Soprintendenza, il via libera ai lavori di adeguamento e ripristino. Dopodiché verranno effettuati gli interventi che dovrebbero consentire l’inaugurazione dell’ambulatorio per l’autunno».
Il progetto era stato ideato prima della pandemia, a causa della quale è rimasto fermo fino ad oggi. «A livello organizzativo – concludono – saremo supportati dalla Caritas, che da tempo utilizza un sistema di verifica delle condizioni economiche di chi chiede aiuto per evitare che a beneficiare di sostegno e servizi siano persone che non si trovano in situazioni di disagio».

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