A denunciare la presenza, in Italia come nel mondo, di così tanti celiaci per moda, che sprecano ogni anni 105 milioni di euro in prodotti di cui non avrebbero bisogno, è proprio l’AIC
Oggi, martedì 16, è la Giornata Mondiale della Celiachia cui è collegata la settimana nazionale, dal 13 al 21 maggio, promossa dall’Associazione Nazionale Celiachia (AIC) con il patrocinio dell’Associazione Nazionale Dietisti (ANDID). Appuntamenti informativi, lezioni didattiche, menù “gluten-free” nelle scuole e nei locali che aderiscono al circuito “no glutine” sono alcuni dei momenti organizzati dai volontari per informare i cittadini su cosa sia la celiachia, come venga diagnosticata e su come cambi la vita quando si scopre di esserne affetti. Si stima che in Italia l’1% della popolazione, 600 mila persone, sia composto da celiaci, ma ad oggi solo 190.000 casi sono stati diagnosticati. Il 70% dei malati non sa ancora di esserlo, ma potrebbe scoprirlo facendo un semplice test. «In effetti basta un esame del sangue mirato per scoprire se si è celiaci o no – spiega Fulvio Luberto, coordinatore provinciale AIC – E’ più facile accertare la malattia nei bambini piuttosto che negli adulti, ma sono tanti i sintomi collegati ad essa ed è per questo che solo un esame, prescritto dal medico di base, serve a ottenere una risposta».
Purtroppo, se per molti la dieta “gluten-free” è un obbligo dettato dalla malattia, per 6 milioni di italiani si tratta di una moda con la speranza di rimanere in forma, superare la prova costume al mare e altre chimere di bellezza. A denunciare la presenza, in Italia come nel mondo, di così tanti celiaci per moda, che sprecano ogni anni 105 milioni di euro in prodotti di cui non avrebbero bisogno, è proprio l’AIC. «Si tratta di un mercato in ascesa con crescita di fatturato e proseliti spinti dalle celebrità accomunate dal pallino del gluten-free – commentano dal sodalizio – In Italia ogni anno si spendono 320 milioni di euro per prodotti senza glutine, ma di questi solo 215 derivano dagli alimenti erogati per la terapia dei pazienti celiaci. Il 10% dei cittadini europei segue una dieta totalmente, parzialmente o occasionalmente gluten-free senza averne bisogno». Una moda inutile perché uno studio che ha monitorato oltre 110.000 uomini e donne per 26 anni ha evidenziato che nei non celiaci «l’esclusione del glutine non riduce il rischio cardiovascolare, anzi crea effetti negativi proprio su di esso».
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Riccardo Santagati