Il nuovo rapporto sullo Stato dell’Ambiente in Piemonte, presentato questa mattina e redatto da Arpa e dalla Regione, «evidenzia segnali positivi sul fronte della qualità dell’aria, una crescente attenzione al cambiamento climatico, importanti interventi per la tutela dei suoli e delle acque, e progressi nel campo delle bonifiche ambientali e della gestione dei rifiuti». A dirlo è la Regione in una nota stampa ufficiale.
«Per quanto riguarda la qualità dell’aria, nel 2024 si osserva un lento e continuo miglioramento: – scrivono dalla Regione – le concentrazioni degli inquinanti sono state in media le più basse di tutta la serie storica di misura, sia per il particolato PM10 che PM2.5. In particolare, nei primi 5 mesi del 2025 i valori rispetto ai parametri di legge delle polveri sottili PM10 risultano essere i migliori degli ultimi anni». «I dati sono nettamente positivi – afferma l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati – e dimostrano come in questi ultimi vent’anni, e in particolar modo negli ultimi anni, tutto è migliorato, dalla qualità dell’aria, i cui dati dimostrano che abbiamo raggiunto in molte aree del Piemonte gli obiettivi previsti dalla normativa, così come sul tema dell’acqua, sul quale sono stati fatti investimenti imponenti sul sistema idrico, sui siti contaminati su cui stiamo migliorando gli aspetti normativi e anche sul tema dei rifiuti. Il Piemonte punta sulla bio economia e sull’economia circolare utilizzando l’innovazione e le nuove tecnologie che abbiamo a disposizione. Per quanto riguarda il tema della qualità dell’aria nel Piano abbiamo inserito molte novità: abbiamo lavorato per trovare soluzioni innovative che puntino su misure qualitative perché non esiste una sola soluzione ma tante azioni che possono concorrere ad ottenere il risultato, che è il “fine” della nostra politica».
«La Relazione sullo Stato dell’Ambiente in Piemonte ci restituisce un indicatore prezioso non solo dello stato ambientale delle nostre città, ma anche della tenuta degli ecosistemi più fragili, come quelli montani – dichiara Marco Gallo, assessore allo sviluppo e promozione della montagna – In quest’ottica, nel 2024, la Regione Piemonte ha aggiornato il proprio Piano territoriale regionale, che si pone l’obiettivo di rafforzare e integrare i contenuti a partire dalle strategie per lo sviluppo sostenibile. Inoltre, le aree di alta quota, storicamente considerate “sentinelle” dei cambiamenti climatici, stanno mostrando segni evidenti di trasformazione. In questo contesto, le foreste e il patrimonio boschivo del Piemonte rappresentano una straordinaria risorsa: ambientale, economica e culturale. Con un miliardo di alberi e circa il 37% della superficie regionale coperta da boschi, la filiera del legno è per noi un volano per lo sviluppo di lavoro in montagna».
«La raccolta, l’analisi e la divulgazione da parte dell’Agenzia dei dati su suolo, aria, acqua ed ecosistemi – sottolinea il direttore generale di Arpa, Secondo Barbero – consentono di fornire risposte tempestive e accurate alle sfide ambientali che la nostra regione affronta. Il rapporto rappresenta uno strumento fondamentale non solo per le istituzioni ma anche per i cittadini che possono così essere informati e sensibilizzati sui temi cruciali come il cambiamento climatico, l’inquinamento atmosferico, la gestione dei rifiuti».
I dati principali dell’indagine
Il 2024 è stato il quarto anno più caldo in Piemonte, dopo il 2022, il 2023 e il 2015, della serie storica a partire dal 1958, la temperatura media annuale è stata pari a circa 11°, superiore di 1,1 ° rispetto al periodo climatico di riferimento (il trentennio 1991-2020, che presentava una media climatica di circa 9.9°). Per quanto riguarda le precipitazioni, il 2024 si posiziona al secondo posto, dopo il 1977, tra gli anni più piovosi a partire dal 1958. Il 2024 è risultato, nel complesso, il più caldo e umido della serie storica. A livello urbano, sono state realizzate mappe delle isole di calore e avviati interventi per incrementare la resilienza climatica, tra cui progetti di forestazione urbana per un valore di 8,5 milioni di euro, finanziati con fondi europei di sviluppo Fesr. Per contrastare eventi calamitosi e incendi boschivi, nel 2024 sono stati stanziati complessivamente ulteriori 13,3 milioni di euro per infrastrutture antincendio e interventi di sistemazione idrogeologica in aree montane e collinari (questi ultimi per un totale di circa 11 milioni di euro).