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Anche in Piemonte bisogna investire su ferrovie e ciclabili per cambiare il modo di muoversi

Ad Asti si è svolto il convegno promosso da Co.M.I.S., Asti Cambia, Amodo e Legambiente che chiedono alla Regione di ripartire con gli investimenti per una mobilità più green

Si è svolto nella sede di Astiss il convegno “Mobilitiamoci” organizzato da Co.M.I.S. insieme ad Asti Cambia, Amodo e Legambiente. Oltre al presidente di Comis, Fulvio Bellora, erano presenti Giorgio Stagni, Programmazione Servizio ferroviario Regione Lombardia, Stefano Maggi, storico specializzato nello studio dei trasporti ferroviari, Giovanni Currado, Consigliere Amministrazione Agenzia Mobilità Piemontese, Gianluigi Barone, CEO LMR Events-TrEno Langhe-Monferrato-Roero e Lorenzo Pagliano, Docente al Politecnico di Milano. A moderare gli interventi il giornalista Alessandro Mortarino.

«Il nostro pianeta, – ha esordito Mortarino – ha bisogno di profonde modifiche e la mobilità rientra tra le priorità di questo cambiamento». Rimettere in sesto una delle più grandi reti ferroviarie che nel 2012 ha visto una dozzina di linee secondarie essere sospese per ragioni finanziarie, deve essere quindi una priorità. «E’ necessaria una transizione ecologica», ha sottolineato Fulvio Bellora, rimarcando poi i risvolti negativi del traffico su gomma: inquinamento, incidenti, spesa sanitaria, consumo di suolo. «I due mantra di Comis – continua il presidente – sono il ripristino del servizio e la restituzione delle linee sospese», anche perché il trasporto stradale è responsabile di circa un quinto delle emissioni totali nell’UE.

Per invogliare dunque le persone ad abbandonare i mezzi su gomma a favore di quelli pubblici, bisognerebbe anche emettere un biglietto o abbonamento unico che permetta (all’interno della Regione) di usare tutti i mezzi di trasporto «ed è necessario presentare dei progetti – ha aggiunto Bellora – per poter accedere ai fondi nazionali». Dovrebbero, intanto, essere riattivate l’Asti-Alba e la Casale-Mortara «con servizi però ancora insufficienti». Gli interventi di Stefano Maggi e Giovanni Currado, collegati da Siena e da Londra sono stati un interessante racconto delle radici storiche delle nostre ferrovie, di quando il Piemonte era la regione con la rete ferroviaria più diffusa e con la galleria, che collegava il Piemonte alla Savoia, più lunga del mondo, di quando il treno e il tram sembravano l’unico legame con la vita civile e la ferrovia (anni ‘20/’30’) rappresentava il progresso e di quando l’evoluzione urbanistica fu favorita con l’insediamento di grandi attività industriali vicino alle stazioni (vetreria e Way Assauto ad Asti), ma anche di quando (anni 50’/60’), causa le migrazioni e il pendolarismo, il treno si identificò con una sorta di trasporto dei poveri.

Oggi è ora di rilanciare le ferrovie con una gestione innovativa e con un governo nazionale della mobilità. «Tornare indietro, con un lavoro di pochi mesi e un costo equo, è possibile – ha affermato Giorgio Stagni, portando ad esempio la linea Chivasso-Asti – valorizzando anche gli aspetti storici e senza cementificazioni fuori scala, purtroppo però non si può ottenere un servizio migliore spendendo meno». E, a questo proposito, l’unico modo per ammortizzare è utilizzare molto l’infrastruttura aumentando i treni, diminuendo il tempo d’attesa e quello d’accesso alle stazioni.

«Riaprire l’Asti-Alba, se fatto in “buona fede”, – ha ancora detto Stagni – può essere un assaggio». Esperienza positiva del nostro territorio è poi la creazione di treni storici e turistici come TrEno che richiama turismo enogastronomico e offre servizi unici grazie anche ai paesaggi di Langhe Monferrato e Roero «tanto che – informa Barone -nel 2023 aumenteremo a 10 treni». Anche la bicicletta può usufruire del trasporto su treno ed è un mezzo sostenibile. «Quello che manca è il quadro sociale e il riconoscimento del valore di certe azioni, – ha detto Lorenzo Pagliano – mancano infrastrutture e norme che consentano abitudini di sufficienza come imporre (a edifici nuovi o in ristrutturazione) colonnine per ricarica elettrica e spazi per ospitare le biciclette».

Pagliano ha infine concluso raccontando l’evoluzione delle piste ciclabili a Parigi, “esempio da copiare non solo nei centri ma anche come collegamento con le periferie – ha spiegato – una sorta di autostrada a due ruote (20/30 km) su cui utilizzare anche bici a pedalata assistita”.

È possibile rivedere il convegno sul canale YouTube del Co.M.I.S. Piemonte.

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