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XXX Giornata per ricordare le vittime innnocenti delle mafie ad Asti
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Anche Libera Asti ha ricordato, davanti a centinaia di studenti, tutte le vittime delle mafie (fotogallery)

Questa mattina in piazza San Secondo la XXX Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti

Anche la nostra città, questa mattina in piazza San Secondo, ha celebrato la “XXX Giornata Nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo di tutte le vittime di mafia”. «Oggi siamo ad Asti a ricordare tante vittime innocenti» hanno sottolineato Simone Barbiero e Gionata Borin, attivisti di Libera Asti e tra gli organizzatori della manifestazione, ringraziando il Comune, le scuole, gli Enti e le Associazioni che hanno contribuito all’iniziativa.

«Sono emozionato a vedere tanti ragazzi presenti– ha esordito l’assessore alla Legalità Marco Galvagno in piazza con, tra gli altri, il vicesindaco Stefania Morra, l’assessore Giovanni Boccia e il consigliere regionale Debora Biglia – Dal Ministero degli Interni – ha poi aggiunto – abbiamo ricevuto un fondo piuttosto consistente per promuovere iniziative simili quindi, nei prossimi giorni, ci parleremo per portare avanti progetti come questo perché solo partendo dalla scuola si potrà cambiare il mondo».

La lettura degli oltre mille nomi è stata fatta dagli studenti delle numerose scuole presenti. «L’effettiva Giornata Nazionale sarà domani (21 marzo) a Trapani – ha sottolineato quindi Simone Barbiero – e noi abbiamo individuato alcuni collegamenti tra Asti e la città siciliana in un discorso intitolato Asti e Trapani-andata e ritorno».

«C’è una strada che unisce Asti e Trapani ed è percorsa in modi differenti: durante la notte in silenzio oppure, durante il giorno, facendo chiasso, facendosi sentire». È iniziato così il discorso letto da Simone e Gionata che ha raccontato di un boss mafioso, conosciuto come persona per bene, che comprò una cascina a Moncalvo, quella che oggi conosciamo come “Cascina Graziella”, uno dei beni confiscati alla mafia di Pizzolungo dove furono uccise persone innocenti, dei trent’anni del modo di fare rete, di sensibilizzazione e divulgazione della cultura della legalità, di battaglie politiche.

«Oggi – è stato letto – il Piemonte è settimo in Italia come numero di beni confiscati, ma terzultimo come riutilizzo a causa della lentezza burocratica». Non bisogna, dunque, trasformare i diritti in beni di mercato o privilegi economici: «La strada da percorrere è quella che indicava il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa: lo Stato dia come diritto quello che la mafia dà come favore». Un lungo discorso attentamente seguito dagli studenti presenti.

«Questa piazza – hanno concluso Simone Barbiero e Gionata Borin – è la risposta forte, perché la mafia teme la scuola più della giustizia e l’istruzione toglie l’erba da sotto i piedi della cultura mafiosa». A conclusione della giornata e accompagnati da un sottofondo a cura di allievi e docenti del Liceo musicale Monti, gruppi di studenti hanno letto i 1.102 nomi delle vittime innocenti delle mafie.

[foto servizio Ago]

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