E’ chiuso dallo scorso 30 dicembre l’unico centro diurno per malati di Alzheimer della provincia di Asti.
Era infatti ospitato all’interno della casa di riposo “Città di Asti”, la cui attività è terminata proprio alla fine del 2022 causa fallimento.
Il centro diurno integrato, convenzionato con l’Asl, era stato inaugurato presso l’ex Maina nel dicembre 1999. Lì – dove aveva trovato posto (fino al 2009) anche l’Ambulatorio Alzheimer dell’Asl – era stato gestito direttamente dall’azienda sanitaria per circa dieci anni, passando poi alla gestione diretta della casa di riposo.
Da mesi manca quindi un prezioso supporto ai malati di Alzheimer, che vi trovavano personale specializzato, e alle loro famiglie, che potevano contare su una struttura che alleggeriva il peso della gestione, nella vita quotidiana, di malati che richiedono di essere seguiti con molta attenzione. Consentendo, così, di ritardare il più possibile la collocazione dell’anziano in casa di riposo. Sì, perché il centro diurno, dotato di venti posti, accoglieva i malati dal mattino fino al primo pomeriggio.
L’importanza del centro secondo l’Associazione Alzheimer
Ne è sicura Maria Teresa Pippione, a capo dell’Associazione Alzheimer Asti (di cui è vice presidente Marcello Francesconi, geriatra in pensione che aveva avviato, e coordinato, il centro). «Il centro diurno – afferma – è fondamentale per garantire la domiciliarità, perché non lascia sole le famiglie. Siamo molto preoccupati per il fatto che sia chiusa l’unica struttura della provincia di Asti, perché conosciamo, grazie alla nostra esperienza, il beneficio che portava, tanto che quotidianamente siamo sollecitati dalle famiglie dei malati, in attesa di novità positive.
Come associazione, infatti, facciamo il possibile per organizzare iniziative e attività a favore dei malati e dei loro familiari, ma si tratta sempre di appuntamenti di breve durata. Non abbiamo di certo la possibilità di fornire un servizio costante e qualificato come quello rappresentato da un centro diurno. Questo compito spetta alle istituzioni e alla loro sensibilità. Come dimostra il “caso Vercelli”».
Il riferimento è all’apertura, nei mesi scorsi, del centro diurno per malati di Alzheimer “Le magnolie” di Vercelli.
Dotato di 25 posti, è il frutto di un investimento da 3 milioni di euro, utilizzati per la ristrutturazione della villa che lo accoglie, che ha visto protagonisti il Comune di Vercelli e la Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli.
L’ordine del giorno approvato in Consiglio comunale
Sulla necessità di ripristino del centro diurno ad Asti si è espresso, lo scorso marzo, anche il Consiglio comunale di Asti, con un ordine del giorno – proposto da Ambiente Asti e Uniti si può – approvato a maggioranza (28 voti favorevoli, 2 contrari). «Questo servizio – è specificato nel documento – è importante sia per l’Asl sia per i consorzi socio-assistenziali del territorio, in quanto i centri diurni evitano o ritardano il ricovero definitivo dei pazienti, e quindi tutti gli aspetti negativi che ne derivano anche dal punto di vista economico».
Per poi sottolineare la carenza di questa tipologia di strutture in Piemonte. «Nel 2018 – viene riportato nel documento – i posti disponibili in Piemonte, ogni mille anziani, erano 0,51, contro i 3,43 della Lombardia e i 3,17 dell’Emilia. Nello stesso anno, infatti, i centri in Piemonte erano 18, contro i 212 dell’Emilia e i 320 della Lombardia».
Con questo ordine del giorno, quindi, il Consiglio comunale, «ritenendo indispensabile e necessario il ripristino immediato di un centro diurno per persone affette da demenza senile e Alzheimer», ha dato mandato all’Amministrazione comunale, e agli assessori competenti «di cercare spazi idonei in sinergia con l’Asl, per Asti anche in via provvisoria ed emergenziale».
Gli obiettivi dell’Asl
Interpellato sulla questione, così risponde Francesco Arena, direttore generale dell’Asl.
«Consapevole del fabbisogno di assistenza diurna per i malati di Alzheimer, all’indomani della chiusura della Rsa “Città di Asti” – dichiara – l’Asl astigiana ha immediatamente attivato la ricerca di soluzioni alternative. La direzione di distretto, insieme agli enti gestori delle funzioni socio-assistenziali del territorio, all’inizio del 2023, ha richiesto a tutte le Rsa della provincia di Asti, oltre 40, la manifestazione di interesse ad attivare un centro diurno Alzheimer, in linea con tutti i parametri previsti dalla normativa regionale. Si tratta infatti di una struttura non a gestione diretta sanitaria, in cui l’Asl può inserire in convenzione dei malati, compartecipando alla retta dopo aver acquisito il parere dell’Unità di valutazione geriatrica.
La ricognizione è andata deserta: nessuna Rsa ha offerto la sua disponibilità, ma noi non ci siamo arresi. In stretta sinergia con l’Associazione Alzheimer Asti, continuiamo a ricercare una soluzione che possa offrire un’opportunità di cura per i malati ed il necessario supporto alle famiglie astigiane. Pensiamo che la localizzazione ideale sia in città, principale bacino d’utenza dei malati, in posizione baricentrica e collegabile al resto del territorio dell’Asl con un servizio di trasporto interno. Fin d’ora posso assicurare che l’Azienda farà il massimo dello sforzo per contribuire, nell’ambito delle sue competenze, alla più rapida attivazione del servizio, ad esempio fornendo il necessario supporto consulenziale medico alle attività del Centro Diurno».