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Ancora freddo e buio per gli “occupanti”
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Ancora freddo e buio per gli “occupanti”

Mentre si diffondono i termini di un nuovo contratto per chi vuole comprare casa, si acuiscono i problemi di chi una casa non riuscirà mai neppure ad affittarsela a prezzi di mercato. Alla vigilia di

Mentre si diffondono i termini di un nuovo contratto per chi vuole comprare casa, si acuiscono i problemi di chi una casa non riuscirà mai neppure ad affittarsela a prezzi di mercato. Alla vigilia di Natale, sulla scrivania del Prefetto (uscente), del Sindaco e del direttore dell’Asl è arrivata una lettera firmata dal Coordinamento Asti Est e dalle 12 famiglie che da quattro anni occupano l’ex Mutua di via Orfanotrofio.

«Le famiglie di via Orfanotrofio – scrivono – per la prima volta in quattro anni di occupazione non sono riuscite a cavarsela da sole. Sono rimaste senza luce e senza riscaldamento. I loro redditi si sono fatti ancora più precari. Ci vgoliono 30 quintali a 14 euro al quintale di legna per ogni alloggio per superare l’inverno. Non sembra un grosso problema ma finora nessuno dei tanti filantropi si è fatto avanti. L’Enel si adegua al Decreto Lupi che prevede il divieto di erogazione delle utenze alle famiglie occupanti e così le famiglie devono restare al buio. Non importa che siano residenti lì da 4 anni, che abbiamo lì il loro domicilio di vita, che in quelle case siano nati 9 dei 25 bambini presenti oggi».

Le famiglie non sono state inserite nella graduatoria delle emergenze abitatite e la Commissione che istruisce le domande del bando Atc ha ritenuto di non dover attribuire un punteggio alle condizioni abitative delle famiglie occupanti. Il Coordinamento parla di un atteggiamento punitivo da parte delle istituzioni e di segnali contrastanti e disordinati. Il Coordinamento e le famiglie chiedono che cambi il modo di affrontare queste problematiche, riconsegnando l’ex Mutua alla sua funzione sociale piuttosto che ad immobile da vendere per far cassa. «L’Asl può benissimo consentire alle aziende erogatrici, almeno fino alla vendita dell’edificio, l’allacciamento delle utenze sottoscrivendo con le famiglie le liberatorie più opportune. Mentre il Comune, da parte sua, può inserire le famiglie nella graduatoria delle emergenze abitative e chiedere un comodato d’uso entro il quale sviluppare un progetto di auto-recupero già iniziato dalle famiglie».

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