È scontro aperto tra il gruppo consiliare Uniti si può e l’Asp sulla questione dell’abbandono di rifiuti nel quartiere San Fedele, proprio a ridosso dei nuovi cassonetti “smart” per la raccolta differenziata. Dopo il passaggio dal porta a porta al sistema di raccolta verticale, che dovrebbe estendersi in tutta la città entro la fine del prossimo anno, le criticità sono emerse da numerose segnalazioni sui social e da denunce “politiche” in Consiglio comunale. Troppi sacchetti abbandonati in strada, sui marciapiedi, vicino ai cassonetti che, oltre a essere “smart” e quindi a funzionare, se non rotti, tramite badge, hanno aperture più piccole per limitare l’inserimento indiscriminato dei rifiuti. Questo, secondo le voci critiche, provocherebbe diffusi inutilizzi e quindi l’abbandono per strada dei sacchetti dal momento che i cittadini, trovando i bidoni “pieni”, non tornerebbero a casa con l’immondizia, ma la lascerebbero vicino ai contenitori.
Per questo Uniti si può torna sul caso della raccolta rifiuti verticale che, secondo il gruppo, «ha una difficoltà nel controllo, crea la formazione di piccole discariche in giro per la città a causa di ingressi troppi piccoli dei cassonetti e vede una scomodità per le persone fragili nel recarsi nei luoghi preposti (anziani soli per esempio)». «Un modello verticale di raccolta – continuano dal gruppo – andava avviato solo dopo aver effettuato un accurato censimento delle utenze come nel 1997. Un controllo di questo tipo avrebbe permesso di individuare chi non era registrato ai fini della tassa, evitando così che molti utenti si ritrovassero senza tessera magnetica (autorizzando di fatto l’abbandono dei rifiuti)».
Ma, soprattutto, Uniti si può torna a chiedere «perché cambiare qualcosa che funzionava?». Questa volta il gruppo chiama in causa direttamente l’Asp: «Quanto ancora l’accusa al cittadino incivile reggerà di fronte al fallimento dell’operazione? San Fedele è il primo quartiere dove, a prova di mistificazioni e bugie, la responsabilità non può ricadere su nessun altro se non su Asp e Comune: via Arno e via Ticino sono ormai tempestati di cumuli di rifiuti e il motivo è chiaro: i cassonetti non vengono svuotati. Foto e testimonianze del lassismo amministrativo si seguono e accumulano, abitanti che da anni vivono il quartiere sono arrivati a vergognarsi di invitare gente a casa loro per la situazione incresciosa, metri e metri di marciapiedi impraticabili sono ormai la prassi. Da un lato l’immondizia, dall’altro il verde incolto. E così siamo di fronte al fallimento completo di quello che doveva essere il periodo di prova in Asti sud (ormai in corso da oltre un anno e mezzo): la Tari non solo non è diminuita ma è aumentata, i furbetti del rifiuto hanno il via libera nel gettare fuori dai cassonetti non avendo la tessera o rincuorati dal fatto che anche le persone per bene sono costrette ad abbandonare vicino al cassonetto i loro rifiuti».
Uniti si può solleva anche l’aspetto più ironico, il fatto che «i dipendenti dell’Asp, che in teoria avrebbero dovuto trarre agevolazioni non caricando singolarmente i sacchi, si ritrovano a dover smantellare intere isole anti-ecologiche a mano». E aggiunge: «Chissà se le telecamere millantate dalla giunta, proprio in via Ticino, rappresenteranno un incentivo a un maggior sforzo da parte di Asp nell’attività nell’area, chissà se sono state installate, chissà se, anche in questo caso, la colpa è dei cittadini e non di un’amministrazione incompetente».
Una risposta
La situazione è esattamente questa. Spero si torni al vecchio sistema porta a porta.