Camilleri ad Asti nel 2011
La morte di Camilleri ha scosso l’intero paese e artisti, scrittori, attori, politici, letterati hanno sentito il dovere di manifestare la vicinanza alla famiglia dello scrittore. S’è mossa l’intera Italia, le televisioni, in particolare la Rai, in un grande omaggio che ha commosso un po’ tutti.
Nel 2011 il famoso scrittore, padre del commissario Montalbano, venne ad Asti dove fece da testimonial a Vittorio Alfieri.
Carla Forno, direttore della Fondazione “Centro di Studi Alfieriani” e massima esperta del trageda astigiano, all’epoca scrisse un articolo in cui raccontò la visita di Camilleri ad Asti. Anche noi intendiamo unirci al grande coro nazionale e omaggiare la fertile creatività di Camilleri ricordando la sua presenza nella nostra città nel 2011 attraverso quell’articolo.
Camilleri ad Asti
“Venerdì 24 giugno, durante l’incontro, organizzato da Ethica, con il folto pubblico raccolto nell’aula magna della nuova sede dell’Università di Asti, Andrea Camilleri ha tratteggiato con sagacia, disincanto, ma anche speranza, il ritratto del nostro Paese, legando fra loro i problemi di ieri e di oggi, fra il nord e il sud di un’Italia unita da 150 anni, ma ancora, tenacemente, da unire.
Nel corso della conversazione, ha citato tre volte Alfieri: la prima volta, definendolo nostro “grande concittadino”, chiamandolo semplicemente “il Conte” (con l’articolo) e citando con libertà “l’umor nero del tramonto”; la seconda volta dicendo che avrebbe desiderato tornare ad Asti e vedere i luoghi alfieriani, e la terza volta, più diffusamente, citando a memoria un buon numero di versi della tragedia Antigone di Alfieri, e lodando, per la sua incisività e forza, lo stile alfieriano.
Il ringraziamento
E’ stato quello il momento in cui, nel mio ruolo di direttore della Fondazione “Centro di Studi Alfieriani”, sono doverosamente intervenuta, a nome della Città, oltre che personale, per ringraziarlo e per formulare l’auspicio che lui possa realmente essere presente all’inaugurazione del Palazzo, meta verso la quale stiamo tanto faticosamente e ancora fra molte difficoltà, andando.
L’entusiasmo del pubblico
Ringrazio quanti, fra il pubblico, hanno espresso entusiasmo, in particolare per quella terza mirabile citazione alfieriana da parte di Camilleri, e vorrei ricordare che l’ “umor nero del tramonto”, a cui liberamente e suggestivamente alludeva, cioè la cupa percezione del trascorrere del tempo, della vecchiaia incombente, è una frase cara a Camilleri, che così scrive nella breve premessa al suo libro Favole al tramonto: “Perché il titolo Favole al tramonto? E’ un titolo in qualche modo suggerito da Vittorio Alfieri il quale, a proposito di certe sue ultime cose, scriveva che erano suggerite dall’umor nero del tramonto”.
Sebastiano Messina, su “La Repubblica”, 10 ottobre 1998, riferisce di Camilleri le seguenti parole: “I miei 73 anni mi danno quello che Alfieri chiamava l’umor nero del tramonto”.
E ancora, su “La stampa” del 1 maggio 2009 in una sua intervista (Camilleri: Italiani smemorati), verso la fine: “veder un po’ nero credo sia doveroso nella vecchiaia.
Alfieri diceva l’umor nero del tramonto”.
La forza di andare oltre la “malinconia continua”
Ciò che mi preme sottolineare è il ringraziamento a Camilleri, per la sua forza di andare oltre quella “malinconia continua”, costante in Alfieri ma più forte, appunto, negli anni del “tramonto”, in quella che egli definiva la “sgradita stagione dei disinganni”.
Camilleri ci ha fatto dono di uno straordinario momento di forza e di entusiasmo, ponendosi inaspettatamente e felicemente nel ruolo di “testimonial di Alfieri”, riconoscendo in Asti “la città di Alfieri” e sottolineando, con le sue parole, lo stretto legame che può e deve intercorrere fra una Città e il suo Poeta, quando questi è un classico (piaccia o no) riconosciuto nel mondo.
Per l’esempio di questa forza positiva, che sconfigge il tempo e l’età, lo ringraziamo”.