«L’unica spiegazione non complottista che mi viene in mente è che le regioni quest’anno abbiamo ordinato così tanti vaccini in più rispetto all’anno scorso che le aziende produttrici non siano riuscite a produrne a sufficienza anche per i privati» E’ questa l’amara considerazione di uno dei farmacisti astigiani che da settimane attende di avere la “sua” fornitura di vaccini antinfluenzali destinati alla libera vendita. Perché proprio nel bel mezzo della pandemia da Coronavirus sia così difficile, in Piemonte, accedere al vaccino contro l’influenza anche per le categorie non propriamente a rischio è diventato oggetto di diverse ipotesi, ma resta il fatto che secondo un quadro abbastanza (in)credibile le farmacie attenderebbero mediamente 10 dosi di vaccino da vendere liberamente. Però, pochi giorni fa, la Regione avrebbe sospeso l’invio delle dosi ai farmacisti per dirottarle ai medici di base in attesa di vaccinare i pazienti fragili.
Quindi di chi è la colpa se se il 24 novembre (in Piemonte la campagna è iniziata ufficialmente il 26 ottobre) i vaccini antinfluenzali sono ancora introvabili nella maggior parte delle farmacie? Per la Regione, non c’è dubbio che la colpa non sia imputabile a se stessa e già minaccia azioni legali contro i fornitori.
«Non siamo disposti a tollerare inadempienze contrattuali quando è in gioco la salute dei cittadini e ricorreremo a tutti gli strumenti legali a nostra disposizione per garantire a coloro che ne hanno diritto il vaccino contro l’influenza» ha dichiarato il presidente Alberto Cirio, di fronte alle difficoltà rappresentate in queste ore dalla Sanofi, vincitrice della gara regionale per la fornitura di 1 milione e 320 mila dosi di vaccino antinfluenzale, di riuscire a garantire la puntualità delle consegne dell’antidoto.
L’assessore Icardi: “Nonostante le difficoltà, già vaccinate 613.000 persone”
«A maggio – continua il presidente nel corso di una conferenza stampa indetta per fare il punto sulla questione – l’assessorato alla Sanità ha sottoscritto un contratto che ci assicurava un numero di dosi capace di garantire l’immunizzazione, considerata ottimale dal ministero della Salute, di oltre il 94% della popolazione a rischio. Finora, però, ci sono state consegnate solo 900 mila dosi e senza rispettare il cronoprogramma delle forniture, creando situazioni di tensioni tra farmacisti, medici e pazienti, mentre la responsabilità è solo della ditta che non sta mantenendo gli impegni assunti». Insomma, appena 900 mila dosi sebbene l’assessore alla Sanità Luigi Icardi, già “colpito” dal fuoco nemico dei consiglieri di opposizione per via delle numerose criticità nella gestione della pandemia, ha aggiunto: «Nonostante le difficoltà, in 3 settimane di campagna sono state comunque già vaccinate in Piemonte oltre 613.000 persone, un numero vicino ai soggetti vaccinati in tutto il 2019 che sono stati 700.000. Sanofi ci ha comunicato oggi l’estrema difficoltà a consegnarci le 400.000 dosi restanti e, pertanto, non vedo altra strada che agire per via legale richiedendo l’adempimento degli impegni contrattuali che l’azienda aveva assunto a maggio con la Regione».
La questione è stata posta all’attenzione del coordinatore dell’area giuridico-amministrativa dell’Unità di crisi, Antonio Rinaudo, che ha individuato diverse strade da percorrere: «Oltre alla diffida, c’è la possibilità dell’acquisto in danno: la Regione si rivolge ad un’altra ditta per l’acquisto e i costi, anche se superiori, se li accolla la Sanofi. Ma data la penuria di vaccini sul mercato internazionale, potrebbe essere difficile trovare un’azienda presso cui comperare le dosi mancanti. C’è poi l’azione civile di risarcimento danni e quella penale, la più immediata, perché ci troviamo di fronte a un reato previsto dall’articolo 355 del Codice Penale, che punisce gli inadempimenti di contratti di pubbliche forniture».
«Il ritardo nella consegna dei vaccini antinfluenzali non è responsabilità né dei medici di famiglia, né delle farmacie e tantomeno della Regione Piemonte – ha sottolineato invece Massimo Mana, presidente di Federfarma Piemonte – Siamo perfettamente consapevoli della criticità della situazione e, per questo, siamo disponibili, anche a mettere nuovamente a disposizione della Regione Piemonte, come ci è stato richiesto, le 16.000 dosi di vaccino che ci erano state destinate straordinariamente, in base all’accordo Stato-Regioni, per la vendita in farmacia sul libero mercato a soggetti non a rischio, affinché possano essere garantite in questo momento alle fasce più a rischio della popolazione che devono essere vaccinate dal servizio sanitario pubblico».
Riccardo Santagati
2 risposte
è vergognoso questo scarica barile. Ho 84 anni invalido all’80%
Vivo solo e se mi ammalo non ho nessuno che mi guarda.
Fatemi sapere subito dove posso trovarlo anche a pagamento,
visto che la mia dottoressa di famiglia non sa quando potrà averli.
IO e mia moglie rispettivamente di 80 e 78 anni cardiopatici,attendiamo dal 16 novembre(data prevista per vaccinarsi a Pino Torinese ) e non sappiamo quando possiamo farla
Siamo molto preoccupati, negli anni passati la vaccinazione è risultata regolare
Chiediamo aiuto. Grazie