Acceso incontro ad Aramengo: sì alla centrale pirolitica, ma no alla piscina
Accordo raggiunto fra amministrazione e cittadinanza sulla centrale termica pirolitica, ma gli aramenghesi non accolgono con favore il progetto di una piscina pubblica nel piccolo comune. È quanto emerso ieri nell’ambito dell’incontro aperto tenutosi in Municipio durante il quale il consiglio comunale si è confrontato con il Comitato “Amici di Canuto”, costituitosi per chiedere chiarimenti e fronteggiare l’iniziativa di un centro natatorio fra le colline di Aramengo, e molti cittadini intervenuti.
L’area scelta per la realizzazione dell’opera si trova in frazione Canuto dove sorge un precedente polo sportivo in stato di abbandono che verrebbe riconvertito per ospitare una struttura di circa 20 mila metri quadri di superficie. Il progetto dell’impianto sportivo risale al 2006 quando arrivò secondo in graduatoria per l’ottenimento dei finanziamenti pubblici necessari alla sua realizzazione. Accantonata per diversi anni per mancanza di fondi, l’idea riprende forma, forte dell’appoggio che ebbe all’epoca da parte di 40 sindaci dei paesi limitrofi.
Ferrea l’opposizione del Comitato che preferirebbe iniziative volte a valorizzare il territorio, l’agricoltura, la produzione vinicola e che preannuncia fallimentare il progetto di una piscina nella piccola frazione. D’altra parte, Francesco Tavolato, che ha redatto il business plan, sottolinea il potenziale attrattivo di un centro natatorio in quanto il nuoto è il primo sport praticato in Piemonte e nella zona non esiste una struttura similare. L’ingegnere Villero, che ha operato la variante, spiega: «Quella dove sorgerebbe la piscina è una zona privata ad uso pubblico quindi un investitore, aggiudicatario dell’appalto in seguito a bando di concorso europeo, coprirà il costo del milione di euro necessario per la realizzazione della struttura».
Acceso dibattito sul tema della centrale pirolitica che dovrebbe alimentare il fabbisogno di riscaldamento e elettricità del centro sportivo e il cui funzionamento è stato illustrato dall’ingegnere nucleare Giovanni Danzieri. La pirolisi consiste nel trasferire calore attraverso combustione di gas ad una biomassa (scarti agricoli, residui del sottobosco, ceppato) che disgregandosi genera nuovi prodotti come il singas (gas sintetico) che bruciati rilasciano calore e CO2. I gas sono depurati delle parti pesanti e inquinanti e il singas in eccesso viene destinato alla cogenerazione per essere riutilizzato per produrre energia. L’elettricità in esubero può essere poi rivenduta all’Enel.
«Non c’è alcun rischio per la salute e come scarto nell’ambiente viene emessa solo CO2 che non è più dannosa di quella rilasciata dalle automobili. Fondamentali i controlli che devono essere eseguiti da una ditta esterna» ha sottolineato Danzieri. Al termine dell’incontro anche il Comitato ha dato il suo sì al progetto dell’impianto pirolitico a biomasse, ma il Sindaco Cristiano Massaia ribadisce: «Ci deve essere fiducia rispetto alla trasparenza dell’amministrazione che è disposta a collaborare con chi vorrà aiutare. Il progetto ancora non esiste e può essere definito insieme». Il Comitato, rappresentato dalla portavoce Antonella Luce, dice: «Nessuno sapeva nulla di questa variante e del suo contenuto. L’amministrazione deve informare i cittadini. Contestiamo soprattutto la poca chiarezza».
Alice Ferraris