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Arriva in Consiglioil futuro dell’Arazzeria Scassa
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Arriva in Consiglio
il futuro dell’Arazzeria Scassa

Dopo il passaggio in commissione cultura, approda in Consiglio comunale, oggi pomeriggio, martedì, alle 18.30, la pratica sul trasferimento dell’Arazzeria Scassa dalla storica sede di Valmanera ai nuovi locali, appositamente ristrutturati, dell’ex biblioteca di via Goltieri (a fianco di Palazzo Alfieri). Un trasferimento su cui molto è già stato detto, contro il quale ci sono voci di possibili ricorsi ma che l’attuale amministrazione intende portare avanti…

Dopo il passaggio in commissione cultura, approda in Consiglio comunale, oggi pomeriggio, martedì, alle 18.30, la pratica sul trasferimento dell’Arazzeria Scassa dalla storica sede di Valmanera ai nuovi locali, appositamente ristrutturati, dell’ex biblioteca di via Goltieri (a fianco di Palazzo Alfieri). Un trasferimento su cui molto è già stato detto, contro il quale ci sono voci di possibili ricorsi ma che l’attuale amministrazione intende portare avanti dopo aver siglato un accordo con il titolare Ugo Scassa, 87 anni, le cui opere sono state acquistate dai Musei Vaticani, dal Museo d’Arte Moderna di Roma e dal Senato della Repubblica. Al centro delle polemiche c’è un punto dell’accordo tra Comune e Arazzeria dove si prevede, oltre al trasferimento della collezione di enorme valore in uno dei palazzi più prestigiosi del centro storico, anche l’uso dell’alloggio di servizio del museo in favore di Scassa e della moglie.

Di chi sono gli arazzi?
La collezione, composta da 42 arazzi, verrebbe così gestita: 18 opere saranno donate al Comune che ne diventerà proprietario; 24 saranno invece concesse in comodato per 25 anni e saranno esposte insieme ai 7 telati “ad alto liccio” sui cui sono stati tessuti gli arazzi di Capogrossi, De Chirico, Mirò e Paolo Conte. «Scassa e la moglie vivranno nell’alloggio di servizio del museo, sito nella palazzina di via Goltieri – spiegano gli amministratori – Il Comune ne concede loro l’uso a vita senza prevedere un canone di affitto. Simbolicamente, il corrispettivo dell’uso dell’alloggio sarà costituito dal trasferimento della proprietà di un ulteriore arazzo che si aggiungerà alla collezione». Perizie alla mano, le opere esposte alla nuova Arazzeria di via Goltieri sfiorano un valore di circa 4 milioni di euro, equamente diviso tra quelle donate e quelle concesse in comodato. «Ma non è certo il valore economico che ci interessa – precisano il sindaco Brignolo e l’assessore alla cultura Massimo Cotto – perché un comune non ha l’obiettivo di speculare, ma di preservare la cultura e trasmettere la bellezza, a maggior ragione quando il padre di tale cultura e bellezza è un figlio della nostra terra. L’inserimento nel cuore storico della città, tra Palazzo Mazzetti, il Museo Lapidario, Palazzo Ottolenghi, la Fondazione Guglielminetti e Casa Alfieri – concludono gli amministratori – consentirà di creare un percorso che assumerà rilievo e richiamo internazionale».

Un lavoro di gruppo
Per realizzare il nuovo museo, l’amministrazione ha utilizzato parte dei fondi del Pisu, ristrutturando gli spazi destinati genericamente a “attività culturali ed espositive” e ha recuperato per gli allestimenti tutte le strutture (pannelli, luci, telecamere di videosorveglianza) a suo tempo acquistate dalla Provincia allorché aveva allestito il museo alla Certosa. La Fondazione Cassa di Risparmio ha invece finanziato la fase di transizione. Ora l’ultima parola sulla pratica spetterà al Consiglio comunale.

Riccardo Santagati

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