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Asilo Regina Margherita, la parola ai genitori

Dura presa di posizione dei genitori della scuola d’infanzia che accusa il cda di non aver mai dato voce alla componente genitoriale e ascolto ai loro consigli

La vicenda che ha coinvolto l’asilo Regina Margherita, che da settembre non riaprirà più i battenti, e le dichiarazioni del cda che ha accusato problemi economici e calo di iscrizioni hanno convinto un gruppo di genitori a fornire la propria versione dei fatti. Qui di seguito la dura dichiarazione integrale.

“Da genitori di ex alunni del Regina Margherita ci duole constatare che, in questi giorni, con l’uscita di svariati articoli di giornale, non sia stata data voce a chi questa realtà la sta vivendo in prima persona.

Con amarezza, ma non con molto stupore, stiamo osservando ancora una volta il CDA della scuola perdere l’occasione di dimostrare di essere degno di dirigere questa realtà storica. Sì perché, al contrario di quello che vanno dicendo, nella speranza di convincere banche, istituzioni pubbliche o private, o di uscirne a testa alta, i motivi della carenza di iscrizioni non vanno e non possono essere ricercate solo nel disastro economico in cui vertono.

Il calo demografico e il Covid sono scuse, perché, come molti di noi genitori hanno potuto constatare in queste settimane, le altre realtà scolastiche, siano esse private o pubbliche, hanno in media gli stessi numeri degli altri anni.

Se quest’anno le famiglie hanno smesso di dare fiducia ad un asilo centenario il motivo non sono i debiti (di cui da clienti potremmo anche non essere a conoscenza) ma vanno ricercati in una cattiva gestione in primis amministrativa.

Già alla fine dello scorso anno scolastico è stato chiaro il  disinteresse della direzione nei confronti dei genitori che continuavano a dargli fiducia, ricercando un dialogo ed un confronto, per poter arrivare a delle risposte concertate e continuare a far star bene i nostri figli. Ciò che ci ha spinto, nuovamente a restare, non procedendo purtroppo a tempo debito ad iscrivere i nostri bambini in altri asili, è stata solo la tenacia delle maestre e del personale, nonostante un cambiamento quasi totale nell’ultimo anno, dovuto ad una “fuga” delle docenti storiche nel corso degli ultimi mesi.

Nel corso delle riunioni, molto spesso richieste da noi, abbiamo assistito all’arroganza e alla presunzione dell’amministrazione che non hanno dato alcun margine ai genitori di esprimere il proprio disappunto per mancati servizi, che ricordo essere stati sempre a pagamento. Abbiamo chiesto di darci voce, di avere risposte, abbiamo dato suggerimenti professionali, offerto le nostre competenze gratuitamente, ma ci siamo spesso scontrati con maleducazione e supponenza. A loro non serviva nessun consiglio, gli bastava ricevere in tempo il pagamento delle fatture (spesso sbagliate!). Nessuna condivisione è stata accettata, nonostante un anno fa il presidente ci abbia edotto volutamente della situazione finanziaria nella quale si trovava. Non c’entra la pandemia che ha colpito tutti, ma la volontà di crescere, di fare bene il proprio lavoro, di erogare un servizio degno di questo nome.

Ricordo a tutti che parliamo di bambini dai 2 ai 6 anni, che ora si trovano a dover cambiare insegnanti, luoghi, visi famigliari e compagni. Di famiglie che ad oggi non sanno a chi rivolgersi vista la pausa estiva.

Forse nello scrivere gli articoli e fare interviste hanno dimenticato di dire che la notizia ufficiale della chiusura è pervenuta mezzo whatsapp dalle rappresentanti di classe il giorno dopo il primo articolo di giornale. Il CDA ha perso l’ennesima occasione di dimostrare come questo lavoro andrebbe gestito.

Intanto noi facciamo gruppo, suggeriamo alternative, ci occupiamo di rendere meno doloroso e frustante questo cambiamento repentino, dovuto all’incompetenza ed al disinteresse totale di chi avrebbe dovuto garantire, per legge, la continuità educativa e scolastica ai nostri bambini.

Hanno chiesto fiducia, rispetto. Non hanno dato nulla in cambio. Farebbero meglio a tacere. E forse a cedere il posto a chi ha più coscienza di loro, a chi merita di contribuire alla crescita dei bambini della città.

Un gruppo di genitori

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