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Associazione Amici della Polizia Scientifica ad Asti, città di nascita del “padre” Ottolenghi

Presentata questa mattina, è presieduta dall’ex dirigente della Squadra Mobile Gianfranco Vaccaneo. Un modo per ricordare che ancora oggi rilievi tecnici, sopralluoghi e indagini scientifiche si basano sulle linee dettate dall’astigiano

Un’iniziativa che ad Asti non poteva mancare. Asti, città di nascita di Salvatore Ottolenghi, universalmente considerato il padre della Polizia Scientifica italiana, aveva il dovere di mantenere alto questo prestigioso primato. E lo ha fatto costituendo un’associazione culturale Amici della Polizia Scientifica (Acaps) presentata questa mattina.

Del primo nucleo di iscritti fanno parte molti ex poliziotti e appartenenti alle forze dell’ordine, ma non solo. E, sottolinea il presidente Gianfranco Vaccaneo, a lungo dirigente della Squadra Mobile astigiana ora in pensione, è aperta a tutti coloro che hanno curiosità verso questo mondo che spesso si vede con la lente dei telefilm americani ma che ha avuto nell’astigiano Ottolenghi il suo promotore.

La sede è in piazza Amendola, nell’ex ufficio tecnico della Saclà messo a disposizione da Nanda Ercole alla quale è stata consegnata una targa di riconoscimento e la tessera di socia onoraria.

Alla presentazione erano presenti le massime autorità insieme al procuratore Biagio Mazzeo, il Vescovo Marco Prastaro, l’ex sostituto procuratore Luciano Tarditi, l’ex capo di gabinetto della Questura Donatella Boscassi e l’ex dirigente della Questura Daniela Campasso.

Da Roma un’ospite molto attesa e speciale: la dottoressa Fabiola Mancone, dirigente della Direzione Centrale del servizio di Polizia Scientifica.

Vaccaneo ha raccontato brevemente la storia delle investigazioni che fino ad Ottolenghi si basano esclusivamente sul “fiuto” degli inquirenti. Il visionario astigiano invece comprese l’importanza di avere metodo scientifico con protocolli e procedure codificate per ogni investigatore e per ogni tipo di scena del crimine. «Ancora oggi – ha detto la dottoressa Mancone – i sopralluoghi vengono effettuati sulle linee guida di Ottolenghi. Ovviamente aggiornate, ma sugli stessi principi».

Il suo prontuario tecnico-pratico è stato la guida di chi, in tanti anni, si è trovato a dover “far parlare” tracce, impronte digitali, oggetti sulla scena del crimine e, in tempi contemporanei, Dna, reperti organici, balistici, tabulati telefonici, tracciati di videosorveglianza elettronica, dati contenuti in pc e cellulari.

«Questa è un’iniziativa che porta prestigio alla Polizia di Stato di Asti – ha commentato il Questore Marina Di Donato – e alla città intera. Ed è anche l’occasione, per me, per ringraziare il lavoro fatto dallo “sparuto gruppo di eroici” operatori della nostra Scientifica che, nonostante l’esiguità del personale a disposizione, è all’altezza di ogni situazione».

L’idea, fortemente voluta da Pietro Paolo Mocci, per anni in servizio alla Polizia Scientifica della Questura di Asti, può già contare sull’aiuto di Andrea Giuliano, funzionario della Scientifica di Torino riconosciuto come il massimo esperto di Ottolenghi.

La sede mette già a disposizione una importante biblioteca specializzata nella polizia scientifica e sono già in calendario incontri nelle classi quinte delle scuole elementari per avvicinare i ragazzi al mondo della Polizia e, in particolare, a questa particolare specializzazione.

In questa attività il presidente Vaccaneo è aiutato dal vice Roberto Brignolo, dal segretario Marcello Dezzani, dal tesoriere Pietro Paolo Mocci e dai consiglieri Antonio Nanni, Daniela Campasso ed Ezio Coraglia.

(Fotoservizio Ago)

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