Un 25 Aprile che, pur nei giorni del lutto nazionale per la morte di Papa Francesco, non ha ceduto di un passo la sua forza e potenza evocativa del sacrificio e dell’impegno dei partigiani per liberare l’Italia dal nazifascismo.
Giornata partita presto con la messa al cimitero e la deposizione di corone d’alloro in più cippi e monumenti dedicati ai partigiani astigiani.
Bella Ciao Paolo
Poi l’arrivo in piazza San Secondo dove, sul palco di fronte alla Collegiata, si sono susseguiti gli interventi e l’orazione ufficiale. Con un groppo alla gola di chi l’Anpi lo segue da tempo e da vicino: l’omaggio alla recente scomparsa di Paolo Monticone, per il nostro giornale storico giornalista e direttore, ma anche profondo e convinto antifascista a lungo presidente dell’Associazione Partigiani sezione di Asti.
Maurizia Giavelli: “Il coraggio di farsi granelli di sabbia per inceppare gli ingranaggi della guerra”
La vice presidente Maurizia Giavelli ha aperto il momento di riflessione sul fatto che la Resistenza italiana sia stata espressione di un disperato desiderio di pace del popolo e una condanna senza appello della guerra. Ma ha ricordato anche le 21 Madri costituenti e i 556 Padri costituenti che misero nero su bianco, nella nostra Costituzione, che l’Italia ripudia la guerra. «Ci vogliono coraggio ed inventiva per farsi granelli di sabbia e inceppare gli ingranaggi della guerra – ha detto Giavelli – Abbiamo bisogno di molte mani per tessere la trama di un tessuto resistente di una pace che metta la guerra fuori dalla storia, come diceva la partigiana Lidia Menapace».
Ha poi ricordato che la libertà è un concetto in movimento che implica sforzo e impegno continui, indipendentemente dagli schieramente politici, per raggiungere obiettivi comuni che non possono mai tradire i valori sognati e scritti nella Costituzione, unica stella polare da perseguire e non lettera morta come pensa qualcuno.
Il presidente della Provincia Rasero: “Deluso perchè mi aspettavo più giovani in piazza. I loro coetanei di allora donarono la vita per regalare un mondo libero”
Per l’intera Provincia di Asti ha parlato Maurizio Rasero, anche sindaco del capoluogo che ha iniziato il suo intervento, un po’ a sorpresa, chiedendo a tutti di intonare Bella Ciao, canzone simbolo della Resistenza sulle note della banda cittadina. E poi, schietto: «Non nascondo un po’ di delusione per la partecipazione non numerosa come mi sarei aspettato. Avrei voluto vedere più giovani su questa piazza per rendere onore a tutta la provincia di Asti che, nella guerra di liberazione, si alzò in piedi e con slancio decise di regalare alle future generazioni un mondo più libero. Vorrei che ci fossero più giovani a ricordare che in questo territorio furono 5 mila i partigiani, con età fra i 16 e i 25 anni con poche eccezioni, che misero la loro vita nelle mani dell’ideale di libertà: 1200 quella vita per quell’ideale la persero e in 115 si meritarono una medaglia al valore civile per il loro impegno».
L’ex procuratore Alberto Perduca: “La Resistenza è minacciata da insidie ma esistono delle azioni per mantenere alta l’etica civile”
L’orazione ufficiale è stata affidata ad una persona di altissimo profilo umano e professionale, l’ex Procuratore della Repubblica di Asti Alberto Perduca che ha ricoperto anche il prestigioso incarico di Procuratore Europeo. “Uomo perbene, ottimo magistrato e antifascista”, come lo ha presentato l’avvocato e vice presidente Anpi Guido Cardello, il dottor Perduca, fra gli spunti di riflessione offerti da uomo di legge, ha anche stilato una sorta di “ricetta” per mantenere la pace e la libertà nel nostro Paese.
La Resistenza ha partorito la Costituzione e la Costituzione esige etica civile per essere rispettata. Ma cos’è l’etica civile?
«Amare le libertà, aver cura della democrazia – ha suggerito il dottor Perduca – vigilare affinchè le istituzioni nazionali ed europee operino con efficacia per il bene comune, respingere l’indifferenza per le diseguaglianze, sottrarsi all’intossicazione del nazionalismo e dell’intolleranza, operare per la giustizia e la pace nel mondo, non rassegnarsi a che il diritto internazionale venga travolto dalla forza».
Con un passaggio, anche da parte sua, dedicato ai giovani, citando Calamandrei in uno storico discorso del 1956 in una scuola. «Dietro ogni articolo di questa Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi, caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, che hanno dato la vita perchè la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa Carta».
Sempre Perduca ha messo in guardia da due importanti insidie che minacciano la Resistenza: «Una è la perdita di memoria della sua storia, mano a mano che passa il tempo e si avvicendano le stagioni politiche nel nostro Paese. La seconda, peggiore, è lo smarrimento degli ideali che la animarono perchè non cessa il lavorio del revisionismo, storico ed ideologico, che punta a svalutarla e a mortificarne il valore nella storia d’Italia. Per questo bisogna ricordarne sempre i valori fondanti e ricordare i sacrifici estremi dei partigiani dal settembre 1943 all’aprile 1945. Ricordi che siano di conforto e stimolo in questa stagione di smarrimento».
(Photogallery Ago)