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Asti, alla Lilt un defibrillatore in memoria del professor Albertino Cerrato

Un gesto della figlia Chiara in memoria del padre tragicamente mancato in incidente nel novembre 2024.

Nel corso di una commovente cerimonia, mercoledì scorso, è stato donato un defibrillatore alla Lilt in memoria del professor Alberto Cerrato.

Un gesto di grande generosità voluto dalla figlia Chiara che spiega: «Già cinque anni fa, alla morte di mia mamma, decidemmo di fare una donazione al “Dono del Volo” che servì a installare la giostrina inclusiva al parco Biberach; adesso, visto che mio padre aveva collaborato come volontario alla Lilt, ne stava frequentando i corsi all’Utea   ed aveva inoltre subito due interventi al cuore, la scelta non poteva essere che questa». Gremita la sala della Lilt dove il vicepresidente dell’Associazione, Gianni Miroglio, il presidente dell’Ordine dei Medici, Claudio Lucia e l’ex cardiologo Nanni Zola hanno ricordato Albertino Cerrato. «Siamo qui per ringraziare Chiara», ha esordito Gianni Miroglio, ricordando che lui fu medico di famiglia già dei suoi nonni.

«Il defibrillatore è uno strumento che salva veramente la vita – ha sottolineato il dottor Lucia – è quindi molto importante possederne uno come importante è anche la formazione per utilizzarlo».

Nanni Zola nel suo intervento ha definito il defibrillatore un  «diabolico, fantastico, magico apparecchio. Negli anni ’60, quando le morti per infarto miocardico erano molto frequenti non solo tra le mura domestiche ma anche tra i ricoverati all’ospedale,  furono istituite le unità coronariche ed è lì che il defibrillatore ha avuto un’importanza determinante dimostrando come un’apparecchiatura, in un istante, possa cambiare le sorti di una persona».

Si è parlato poi della Sala Botallo, istituita nel 1973 da tre medici tra i quali Zola. «La sala fu intitolata all’anatomico astigiano Leonardo Bottallo (con due t), che scoprì anomalie del cuore – racconta l’ex cardiologo – Grazie all’osservazione continua, nell’unità coronarica il tasso di mortalità scese dall’oltre 26% al 18%; nel 1983  un nuovo farmaco  permetteva di ossigenare il muscolo cardiaco e questo fece scendere la mortalità ancora, al 15%, via via fino agli Anni Duemila quando cambiò ancora l’approccio a questa malattia ma dove  il defibrillatore rimane fondamentale».

«Ecco uno dei motivi – ha sottolineato il dottor Lucia – per cui bisogna continuare a difendere il servizio sanitario pubblico».

Tanti poi i ricordi di Nanni Zola sull’amico Albertino, tragicamente scomparso a novembre del 2024 per un incidente: «Ci legavano l’arte, la pittura ma soprattutto l’alpinismo. Non gli dico ciao ma arrivederci». «Una persona che sapeva ascoltare», ha detto di lui Cristina Gavazza della Lilt.

Presente alla cerimonia anche Guido Conti, medico di FormInLife, associazione che promuove le manovre salvavita e con cui sia il Dono del Volo che la stessa Chiara collaborano: «E’ importante la formazione e la sensibilizzazione delle persone al soccorso – ha detto Conti – il defibrillatore è fondamentale ma bisogna saperlo usare con competenza quindi noi siamo a disposizione per insegnare l’uso di questo presidio medico».

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