E’ stata lei, Daisy, cucciola di labrador nero, la vera star della serata organizzata dai tre Lions Club di Asti capoluogo (con i presidenti Simona Bottero, Fabrizio Loretto e Donatella Peirone) alla presenza anche di numerosi soci dei club di Nizza-Canelli, Castelnuovo Don Bosco, Moncalvo e del vicegovernatore distrettuale, l’astigiano Mauro Imbrenda con la presidente di zona Raffaella Ferrari.
Daisy è uno dei primi cani di allerta diabete operativi nell’Astigiano ed è l’angelo custode peloso di una bambina di 5 anni affetta da diabete di tipo 1 che, insieme alla sua famiglia, ha trovato non solo un importante aiuto nella gestione quotidiana di questa malattia, ma anche una straordinaria relazione che rende più facile affrontarla.
La bambina, grazie al contributo dei Lions astigiani, è entrata a far parte del Progetto Serena, ideato e sperimentato dal dottor Roberto Zampieri, cinotecnico di Verona, che ha messo a punto nel 2013 un protocollo basato su relazione ed empatia fra cane e paziente.
Un fiuto che salva la vita
E’ stato lo stesso dottor Zampieri a spiegare come “lavora” il cane con un paziente diabetico.
«Partiamo con il dire che ogni cane può essere preparato per l’allerta diabete.
Questo grazie all’incredibile fiuto canino in grado di avvertire l’emanazione delle molecole sprigionate da un paziente durante un picco glicemico. In poche settimane, grazie alla raccolta di un campione di saliva del paziente durante un picco che viene “catturato” in una garzina, è possibile abituare il cane a fiutarlo».
Ma il lavoro per diventare un cane allerta diabete è molto più lungo.
Il cane resta sempre in famiglia
«La modalità con la quale prepariamo questi cani è molto particolare. Noi non “addestriamo” i cani in un centro per poi affidarli alle famiglie. Il cane, ci tengo a sottolineare, è e resterà sempre alla famiglia. Qualche volta è un cane già presente in casa, in altri casi aiutiamo a sceglierne uno dai rifugi. Da quel momento vive in casa come un normale cane domestico, per trovare la relazione con il paziente e con il resto della famiglia. Siamo noi preparatori a recarci nelle abitazioni per gli esercizi, con una media di due volte la settimana, fino a percorso concluso».
Il dottor Zampieri sottolinea che il cane non si sostituisce a nessun’altra tecnologia di rilevazione dei picchi, ma è in aggiunta. E spesso segnala prima delle apparecchiature la modifica dell’odore del paziente diabetico.
A casa della bambina piccola l’arrivo di Daisy ha restituito sonno e tranquillità alla sua famiglia.
La testimonianza della mamma
«Per i genitori di un bambino diabetico – ha detto la madre Martina – il momento più brutto è la notte perchè si ha sempre il terrore di addormentarsi e dormire così profondamente da non sentire gli allarmi. Con il cane, quando questo accade, siamo molto più tranquilli perchè lui, come peraltro fa anche di giorno, viene a cercarci e con la bocca ci prende per mano per portarci da mia figlia».
Per il cane, l’allerta diventa parte integrante della sua relazione in famiglia ed è per questo che va visto come il cane di casa, non un cane addestrato al solo scopo di vegliare sul paziente diabetico.
Progetto Serena, che deve il suo nome alla figlia scomparsa del suo fondatore, Roberto Zampieri, dispone di preparatori che affiancano le famiglie nel percorso di integrazione fra cane e paziente. Lo fanno in forma volontaria e il costo di ogni affiancamento deriva dal rimborso spese per le trasferte a casa delle famiglie. E, considerando che non ci sono preparatori nell’Astigiano e zone limitrofe, a casa della bambina è venuto direttamente Zampieri da Verona.
Di qui la necessità di raccogliere fondi per fare in modo che altre famiglie possano usufruire di questo importante servizio.
Roberta Pistone, referente Aild di Asti (Associazione che si occupa della lotta al diabete in seno al Lions della quale era presente anche il referente di Alessandria Paolo Perucca), ha riferito che sono almeno cinque le mamme di bambini diabetici che hanno fatto richiesta di assegnazione di un cane. Anche perchè la presenza del cane, oltre al servizio di allerta, grazie alla sua empatia migliora notevolmente la vita dei pazienti. I presidenti Lions hanno annunciato che continueranno il loro impegno nel reperimento di fondi da destinare a questo progetto.